Più volte era stato rintracciato a Perugia nel corso dei recenti “pattuglioni” ed ogni volta aveva evitato l’espulsione dichiarando di essere siriano fuggito dalla guerra. La sua condotta era tipicamente delinquenziale, di quelli che vivono agli angoli delle piazze in attesa di un acquirente di stupefacenti ed alle spalle aveva un arresto per spaccio a Viterbo.
Il comportamento del ventenne aveva insospettito i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione e l’altro pomeriggio, al suo ennesimo rintraccio operato dalla Guardia di Finanza nell’ambito dei controlli straordinari nei parchi, hanno deciso di chiarire la vicenda.
Hanno chiesto l’ausilio di un qualificato interprete e gli hanno chiesto di narrare la sua storia di profugo ed il suo racconto su quello che aveva fatto in Siria prima della guerra. Evidente il suo imbarazzo le sue continue contraddizioni e la sua incapacità di spiegare ad un qualificato interlocutore le sue imprecisioni.
Non ha potuto far altro che ammettere di essere un tunisino e di aver utilizzato l’espediente per evitare di tornare in patria. A questo punto i poliziotti si sono impegnati ad allontanarlo dalla città ed hanno provveduto ad una scorta di 1000km fino ad un C.I.E. dove attenderà il rilascio di un passaporto tunisino dalle competenti autorità; poi potrà tornare nella sua patria.