Le norme assegnano al Comune l’obbligo della manutenzione
di AMAR
Il quesito propedeutico anteposto a questo breve corsivo, mi sembra di averlo già posto. Però, in un passato remoto e per altro argomento. Quindi lo reitero. Eccolo: Può un ex (molto ex) Consigliere comunale di Terni, presente assiduo a Palazzo Spada per tre mandati amministrativi (15 anni) rivolgere al Signor Sindaco pro tempore una interrogazione a nome del popolo ternano? Mi dicono di no, ma io ci provo ugualmente, perché la soluzione del problema che ritengo utile segnalare è diventata di notevole importanza ed urgenza. Si tratta delle zebre pallide.
Presupposto incontestabile: Gli attraversamenti pedonali fanno parte, a tutti gli effetti, della segnaletica stradale. Lo specifica l’art. 137 delle Norme di attuazione del Codice della strada che le elenca tra i segnali orizzontali. Trattando il tema della apposizione e manutenzione della segnaletica stradale, l’art. 37 del C. d. s. stabilisce che l’obbligo della corretta gestione fa carico (comma b) al Comune nei centri abitati; (comma c) al Comune per le strade private ad uso pubblico
Quindi, il soggetto incaricato di vigilare sulla loro integrità è l’Amministrazione municipale. L’art. 79 stabilisce le garanzie “per una corretta visibilità”. Totalmente esplicito è l’art. 88: Il segnale di attraversamento pedonale deve essere contraddistinto (ecco il punto sostanziale) da appositi segni sulla carreggiata. Proprio quei “segni bianchi” che in molte strade di Terni sono spariti e non più ripristinati. Così mettendo in serio pericolo coloro che ancora preferiscono lasciare il motore in garage e andare a piedi. L’art. 137 aggiunge che “tutti i segnali orizzontali devono essere realizzati con materiali tali da renderli visibili sia di giorno, sia di notte”. E spiega al comma 7: “I segnali orizzontali devono essere mantenuti sempre efficienti”. E’ l’esatto contrario di quanto il Comune ha fatto a Terni da ormai tempo immemorabile.
Tutto quanto sopra premesso e rinviando per cognizione a tutte le altre norme che regolano l’argomento; considerata la condizione di dissesto nella quale versano i salvagente per i pedoni, SI CHIEDE DI CONOSCERE, in nome del popolo ternano, se esiste un piano di rifacimento delle “zebre” in questione ed entro quali tempi è prevista la obbligatoria manutenzione. In attesa di cortese risposta (anche attraverso l’Ufficio stampa con una nota indirizzata a questo Quotidiano), porgo cordiali saluti e ringrazio per la cortese attenzione.
Post scriptum: Quesito ulteriore per il Signor Segretario generale del Municipio ternano: Se un pedone viene investito sopra le zebre scolorite, può essere il Comune chiamato in causa civile (e penale) al fine del risarcimento danni, come corresponsabile del sinistro? Si tratta di un interrogativo che pesasull’immagine della maggioranza alla guida dell’Ente locale. Un rischio che vale molto di più dell’acquisto di un po’ di barattoli di vernice bianca e qualche pennello: Non Le pare, Signor Segretario?
Pensiero malaccorto. Il Signor Sindaco di Terni si segnala spesso per le eccentriche elucubrazioni (opere di pensiero costruite con lunga e paziente cura), persino su organi di informazione nazionale. Per esempio il giudizio nei confronti dei membri del Consiglio comunale, espresso durante la trasmissione televisiva “L’aria che tira” su l’A 7. Ha detto: “Quel Consiglio comunale è male frequentato. L’unico sano è il Sindaco, gli altri sono inopportuni (nel senso di inadeguati al ruolo? n.d.a), disoccupati in cerca di stipendio”.
Mi è parsa una riflessione che oltre a maltrattare i singoli, ha offeso l’Istituzione, la composizione della quale è il risultato del voto popolare. Forse, in taluni casi, sarebbe utile, per tutti, collegare il pensiero alla lingua prima di parlare, poi, meglio ancora, tacere. Il profilo democratico è un attributo personale assai delicato e andrebbe maneggiato con la massima cura. Il rischio è sconfinare nell’indecenza. Considerato poi che 20 dei Consiglieri presenti a Palazzo Spada, più gli 8 componenti della Giunta appartengono al partito del Signor Sindaco, ci sarebbe da rivalutare la qualità delle liste presentate alle ultime amministrative. Però, se lo dice il Capo che i suoi sottoposti sono “disoccupati in cerca di stipendio”, allora è doveroso crederci.