Occorre competenza e produttività nel fare amministrazione
di Adriano Marinensi
La democrazia reale o realizzata è un sistema di governo fondato sul confronto costruttivo e corretto tra schieramenti politici, tra mozioni sociali, tra documenti programmatici (non elettorali), in un’ottica che non sia soltanto ancorata alla contingenza. Tutto va mantenuto su livelli culturali alti, espressi da contenuti di professionalità ed esperienza.
E’ indispensabile una capacità di progettazione a lungo termine che sappia interpretare le istanze della collettività, elevare la funzionalità del sistema pubblico e attrarre, attraverso l’attività amministrativa, i soggetti privati di promozione economica. Soprattutto, questi ultimi devono trovare, nella serietà degli Amministratori e nell’efficacia dei loro operare, gli elementi di interesse, correlati ad una capacità di offerta di servizi sul territorio.
E’ soprattutto l’impresa privata che crea posti di lavoro ed è quindi all’iniziativa locale ed esterna che va offerta una immagine autorevole dell’Ente locale, che sia ideatore di strutture dinamiche e moderne, utili alla crescita del sistema. Il sostegno all’innovazione è meccanismo essenziale e va realizzato con una azione promozionale avanzata. Governare il livello locale, vuol dire avere capacità manageriali in grado di qualificare le scelte operative.
Il Comune è soggetto primario della politica amministrativa se riesce a dare i giusti ritmi di espansione alle potenzialità endogene. Per una forza politica incaricata di gestire la comunità è indispensabile una classe dirigente preparata e specializzata nelle materie delegate. Altrimenti si finisce nel limbo della mediocrità. Alla democrazia non giova il verticismo decisionale di stampo oligarchico; è invece richiesta la massima collegialità, seppure nel rispetto dei ruoli e delle competenze.
Terni, gravata da problemi di lungo corso, necessita di doti speciali per cercare e trovare le soluzioni. Necessita di Amministratori in possesso di sensibilità politiche rilevanti, capaci di ascoltare e coordinare il patrimonio di valori intellettuali che la comunità esprime. C’è un mondo sommerso nel tessuto sociale che va sollecitato ad avanzare le proprie proposte attraverso iniziative di partecipazione responsabile. L’opera di mobilitazione è tra i compiti qualificanti di un Ente locale che voglia essere fattore di sviluppo generale.
Terni, per i suoi giovani, ha bisogno assoluto di spazi di promozione sociale molto superiori alla movida; di una offerta lavorativa di quantità e qualità elevate. Per un giovane emergente, l’avvenire, a Terni, non è entusiasmante. Terni ha bisogno di utilizzare le risorse storiche e ambientali con interventi che sappiano di strategia e non di limitata temporalità, di una formazione in grado di preparare profili professionali in raccordo con il mercato del lavoro.
Terni necessita di entrare nei circuiti nazionali della cultura dell’accoglienza. Occorre ricostruire l’immagine della città industriale che, in taluni settori produttivi, si è spenta. E’ quindi irrinunciabile un modo di fare amministrazione, con uomini (e donne) che sappiano cos’è la nobiltà dello stile democratico, la cura dell’immagine e del decoro urbano, l’utilità della apertura al contributo d’ogni soggetto in grado di arricchire di contenuti gli atti amministrativi.
Questione pregiudiziale resta una democrazia aperta. E la libertà di opinione è un pilastro assoluto che merita il massimo rispetto. Così come la dignità istituzionale, la sobrietà e il rigore personale. Per un Amministratore comunale è importante mantenere ben tracciata la linea di demarcazione tra l’attività istituzionale ed i propri interessi. L’assunzione di potere in forma oligarchica, provoca incompatibilità e riduce gli spazi democratici.
Va detto quindi un NO maiuscolo ad ogni velleitaria operazione tendente a requisire i centri decisionali, realizzando un Ente locale chiuso e un Palazzo inaccessibile. Si finirebbe in una condizione inaccettabile dal punto di vista storico, offensiva per i valori della tradizione che, a Terni, hanno sempre consolidano i legami civili.
Non va dimenticato che al centro c’è il Consiglio comunale, fonte primaria del confronto e della verifica di risultato. E garanzia del diritto – dovere di tutti gli eletti nel contribuire alle decisioni. Non è, di sicuro, la Sala consiliare il luogo per esprimere la propria voglia di prevalenza in modo teatrale.
C’è anche un ruolo irrinunciabile al quale sono chiamati i Partiti, il Sindacato, le Associazioni di categoria e i cittadini di buona volontà. L’impegno generale è segno di maturità culturale e spetta prioritariamente al Comune l’offerta delle condizioni che favoriscano il prendere parte e quindi alimentare la attitudine al rinnovamento della società.
La comunità ternana – in questo momento difficile e di fronte ad un governo della città caratterizzato dal protagonismo di qualcuno e dall’inesperienza politico – amministrativa di altri – deve avviare una profonda riflessione sugli aspetti pregiudiziali al suo sviluppo. Tutti i soggetti attivi debbono sentirsi coinvolti in questa vigile analisi politica. Abbiamo poco da conservare, semmai molto da valorizzare con una progettualità coraggiosa in grado di guardare ben oltre il breve orizzonte, dove invece si è caratterizzata, all’esordio, la presenza dell’attuale Giunta municipale e dell’unico Partito che la compone. Occorrono pluralismo, non populismo, diplomazia non alterigia. E l’IO, usato al posto del NOI, è padronale e indisponente.