Decisa anche la creazione di uno scudo spaziale. L’approvazione del progetto unionista è prevista nel marzo 2022
di Bruno Di Pilla
Alea iacta est, il dado è tratto. Con il decisionismo tipico di Giulio Cesare, l’Unione Europea neutralizza le mire dei sovranisti polacchi, ungheresi e dei loro alleati baltici, cui fanno gola solo i fondi del Recovery Plan. Per tacitarne schiamazzi e scellerate velleità autonomiste, la Comunità punta sul cavallo di battaglia per anni invocato dal Prof. Romano Prodi: un esercito europeo, già nel 2025, marcerà compatto con 5.000 unità e sarà integrato da uno scudo spaziale atto a neutralizzare minacce militari e cibernetiche di malintenzionate potenze straniere. Base operativa e centro di comando sorgeranno a Bruxelles e le delibere su manovre d’addestramento e missioni estere saranno, di volta in volta, adottate a maggioranza e non più all’unanimità dai 27 membri del Consiglio dei Ministri.
A fine novembre 2021 il progetto tanto caro agli europeisti sarà preso in esame dal summit dei ministri della Difesa e degli Esteri, per poi essere approvato dal Consiglio, secondo le previsioni, nel prossimo mese di marzo. In ogni caso cadrà il principio unanimistico, che tanti guai ha provocato in sede di voto agli organi dell’Unione, bloccandone a più riprese l’attività legislativa e lo stesso ricorso a sanzioni disciplinari nei confronti di Paesi ribelli. Elaborato dall’Alto Rappresentante europeo Josep Borrell e condiviso dal Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen, il documento prevede la collaborazione delle nascenti forze armate comunitarie con la Nato per favorire pace, sicurezza e trasporto di merci nel mondo, con particolare attenzione alla strategica area dell’Oceano Indiano ed alto Pacifico, sulle cui acque transitano i preziosissimi semiconduttori fondamentali per l’elettronica e prodotti a Taiwan, piccola Nazione insulare ogni giorno rivendicata come provincia dall’antistante colosso cinese.
Ambiziosi sono gli obiettivi strettamente militari del piano. Si punta non solo al varo di una flotta aerea, navale e terrestre finanziata dal bilancio unionista, ma anche alla creazione di un nucleo di 007 europei. Sta per avverarsi il sogno, a lungo cullato da Romano Prodi, di un’unica Difesa continentale?