Il populismo senza poltrona è sostituito dal governismo con cadrega
di AMAR
Italiani e italiane al di qua e al di là dei monti e dei mari, ASCOLTATE! Il giocattolo di Beppe Grillo si è rotto. Un lavacro ideologico alla Gino Bartali si sta consumando: L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. Lo slogan ugualitario dell’uno vale uno non vale più; invece l’uno non vale l’altro. Parola di Timaio, come chiama Crozza, l’ex conductor del grillismo dissacrante.
L’uno vale uno era l’architrave e, crollando, si sta portando appresso le giornate del vaffa, gli occhi ammiccanti verso i contestatori della TAV e del TAP, il NO alle trivelle del gas, la democrazia diretta e quella parlamentare adesso sono pari e patta, i navigator una trovata goliardica.
Ancora, il populismo senza poltrone è sostituito dal governismo con cadrega, il Parlamento da aprire come una scatoletta di sardine non si fa più. Anzi, l’armata brancaleone del 2018 continua a tenere eroicamente le posizioni, seppure spaccata in due come un cocomero sfuggito di mano.
Con le dichiarazioni dell’ex capo politico, gran parte dei dogmi fondanti della religione grillesca sono stati aboliti. Una rivoluzione copernicana ha investito il firmamento con le (cinque) stelle cadenti. Insomma, l’era delle smargiassate è finita: Si torna al basso impero. Non si può più ruzzare nel campetto: Gigino Di Maio se n’è andato e si è portato via il pallone.