Il Ministro Lamorgese sottolinea il potenziamento degli organici delle Forze Armate
di Bruno Di Pilla
Che gioia vedere le piazze d’Italia stracolme di connazionali entusiasti nel celebrare il 170° anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Genitori e nonni con pargoli e nipoti al seguito, in un tripudio di bandiere tricolori, si sono assiepati ovunque pur di seguire con fierezza i tanti giovani che hanno scelto d’indossare la divisa militare per custodire e difendere le democratiche Istituzioni della nostra Repubblica. In tempi purtroppo carichi di tensione per la guerra in Ucraina e la perdurante insidia della pandemia, il cuore degli astanti, numerosissimi anche a Perugia e Terni, batteva forte nell’assistere ad una così palpitante festa di popolo in onore di uno dei Corpi più vetusti ed amati, con l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, dai cittadini italiani.
Mentre dittatori spietati seminano terrore e morte in Paesi sovrani limitrofi, costringendo milioni di persone a disperate fughe in terre straniere, la nostra gente si stringe con passione e fiducia attorno alle Forze Armate dello Stato, il cui potenziamento numerico di organici ben equipaggiati è di per sé garanzia di protezione e sicurezza per l’intera Nazione, come ha sottolineato il Ministro degli Interni Luciana Lamorgese.
Le tante famiglie accorse lungo le vie e nelle piazze delle città per festeggiare la Polizia possono inoltre contare, a differenza di quanto accade negli Stati autocratici, non solo sulla disciplina e l’onore dei valorosi tutori dell’Ordine, ma anche sullo spirito democratico cui s’informano (art. 52 della Costituzione) le Forze Armate della nostra bella e civile Repubblica. L’art. 2 della Carta riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo ma, al tempo stesso, richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. E’ quanto sta avvenendo ogni giorno con l’accoglienza dei profughi ucraini e di ogni nazionalità in tante case private, ostelli religiosi e strutture polivalenti, i cui responsabili accolgono a braccia aperte chiunque venga cacciato dalla sua patria.