Carlo Segoloni e Paolo Zucconi per l’associazione culturale Sant’Anna
Un altro colpo magistrale inferto da due derutesi al patrimonio musicale regionale. Dopo la sbalorditiva acquisizione della copia del Transilvano e dalla lettera autografa di frate Girolamo da Diruta, la macchina di indagine bibliografica messa in atto dal direttore d’orchestra Carlo Segoloni e dal presidente della associazione culturale Sant’Anna, l’ingegner Paolo Zucconi, si è attivata per un’ altra appropriazione che è spuntata dal mercato di manoscritti musicali. Se ne era parlato già da tempo, ma ora, grazie alla generosa presenza di un mecenate privato, è cosa fatta. Nelle meni dei musicisti è tornato infatti il manoscritto di un Kyrie redatto da Francesco Morlacchi, il musicista perugino eponimo che, dopo aver rivaleggiato sui teatri italiani con Rossini andò a godersi la sua notorietà a Dresda, sotto gli agi della corona dei monarchi di Sassonia. Qui, come maestro della musica del re doveva assicurare ai sovrani musica di rito cattolico, in un paese prevalentemente di confessione protestante. Per la chiesa di santa Maria, una aula enorme afflitta da una deformazione acustica di echi e di rimandi, la emissione sonora dei pezzi cantati e suonati doveva essere semplice e adattabile al rimando spaziale dei riverberi.
Di qui una musica lineare, tonica-dominante, con prevalenza di impasti lineari.
Il manoscritto morlacchiano, che è stato materialmente pagato da uno generoso industriale derutese, Adriano Moschini, proprietario della Novatecno srl con sede a san Martino in Campo, era nelle disponibilità del compianto notaio Francesco Duranti, prezioso collezionista di cose belle, Vi era finito in seguito a vari passaggi, dopo che il figlio di Antonio Mezzanotte, esecutore testamentario di Morlacchi aveva alienato tutto il lascito al conte Giovan Battista Rossi Scotti. Come è noto il nobile perugino fece involontariamente scempio della eredità morlacchiana, donando a dritta e a manca i manoscritti delle sue opere. Gesto indubbiamente dettato dalla voglia di far conoscere e apprezzare la produzione del maestro, ma incoscientemente lesivo della unitarietà della raccolta.
Secondo le accurate ricerche di Biancamaria Brumana, massima esegeta della produzione morlacchiana, l’autografo in questione, la Fuga di un Kyrie in re minore, quattro carte di 24 per 30,5 cm., venne donato da Rossi Scotti, con indicazione autografa apposta a matita nella prima carta, a monsignor Luigi Rutelli, allora vescovo di Montefiascone. Il religioso perugino, un erudito nelle grazie di papa Leone XIII, per trenta anni preluse nella città del grifo, dopo le deleghe apostoliche a Costantinopoli e a Parigi, diventerà cardinale nel 1891, poco prima della morte. La peculiarità di questo manoscritto, 82 battute in re minore, è di essere collocato all’interno della Messa IV che Morlacchi, nel 1817, aveva dedicato al granduca Ferdinando III di Toscana. Si trattava di solennizzare le nozze di Maria Anna Carolina di Sassonia con il principe di Toscana Leopoldo II. La esecuzione avvenne nel luglio di quell’anno nella chiesa cattolica di Dresda, prima della prevista replica sulle rive dell’Arno nella replica del rito, stavolta “in presenza” nella chiesa dell’Annunziata.
Le vicissitudini legate ai bombardamenti delle biblioteche dresdensi, luogo di collocazione di nata musica italiana, e le conseguenti dispersioni, hanno comunque messo la professoressa Brumana nelle condizioni di affermare che il manoscritto ora a Deruta farebbe parte di un arricchimento della partitura originale che Morlacchi destinava al rito fiorentino. In tal senso è ipotizzabile anche che la pagina non possa essere mai stata realmente eseguita e questo renderebbe ancor più preziosa la proposta di Segoloni e Zucconi di donare il manoscritto alla biblioteca del Conservatorio Morlacchi, perché i fogli possano riposare accanto a quel che di originale è rimasto negli archivi.
Ma soprattutto, si tratterebbe di dare veste editoriale moderna ai fogli e di promuoverne una prima esecuzione in occasione della apertura dell’anno accademico della istituzione musicale cittadina.
Va vista in questa chiava l’incontro avvenuto ieri pomeriggio nella direzione del Morlacchi tra Segoloni, Zucconi e il direttore Luigi Ciuffa, che felicitandosi per l’imminente acquisizione del prezioso reperto, ha assicurato la partecipazione di coro e orchestra del Morlacchi. Una esecuzione in piazza dell’Annunziata e una in san Francesco a Deruta, prima di ricollocare la Fuga del Kyrie negli archivi della storia.
Una presenza, quella dei complessi del Morlacchi, che potrebbe garantire una prevedibile presenza di formazioni cameristiche di studenti che potrebbero assicurare alla capitale della ceramica un flusso di musica per tutta la stagione primaverile, in attesa dell’evento morlacchiano. Insomma, dopo Diruta e il Transilvano, anche la musica di Morlacchi: ora abbiamo anche un inedito entrato in possesso con un singolare Ars Bonus che ha coinvolto la buona volontà di privati cittadini derutesi.
Stefano Ragni