E’ tragico il bilancio di morti riscontrato tra i cacciatori umbri, tanto da spingere il coordinatore regionale del Wwf, Sauro Presenzini, a scrivere una lunga lettera al Ministero degli interni, all’assessore Cecchini e ai prefetti di Perugia e Terni.
“In conseguenza del susseguirsi di tragici eventi luttuosi che di recente si sono registrati in un preoccupante crescendo (anche in Umbria) durante le battute al cinghiale, purtroppo si devono registrare con preoccupazione sia le morti che il ferimento, anche di persone che sono del tutto estranee alle battute al cinghiale”.
Inizia con queste parole il messaggio per poi andare a toccare le cause e le conseguenze di questi luttuosi eventi che oramai sembrano essere all’ordine del giorno.
“Durante i nostri controlli sulle battute al cinghiale e nella verifica dei registri di battuta, si può apprezzare l’elevata età media del partecipante 60-75 anni, i quali partecipanti, oggi quasi sistematicamente utilizzano le micidiali carabine a canna rigata, armi che riescono a sparare proiettili a una distanza inimmaginabile, basta consultare il sito della “Beretta Armi” alla sezione balistica, per avere conferma delle gittate massime di un proiettile vagante ( che seppur con un tiro a parabola e senza nessuna precisione) va oltre i 4 km di distanza.”
Secondo il Wwf la soluzione sembra essere abbastanza ovvia “Si suggerisce quindi di limitare l’uso di dette carabine, destinate al solo abbattimento da predeterminate postazioni”, oltre al tassativo divieto di uso di bevande alcoliche per i cacciatori.
Sarà quindi necessario un confronto tra le parti per sottoscrivere leggi che contrastino questi spiacevoli incidenti.