di Francesco Castellini – Che il piccolo, bellissimo teatro Cucinelli, incastonato nel cuore battente di Solomeo, sia considerato uno scrigno magico, ormai ambito e stimato a livello nazionale e internazionale da artisti e registi di fama mondiale, è un fatto acclarato.
Tant’è che anche la stagione di prosa 2019/2020 conferma tutte le caratteristiche che lo hanno fatto entrare in pochissimo tempo “nel gotha della prosa italiana”, come è stato sottolineato dal direttore artistico del Teatro Stabile dell’Umbria Nino Marino e da Federica Cucinelli, della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, che hanno presentato il nuovo programma.
«Un risultato e una storia impensabili fino a qualche anno fa – ha commentato Marino – capace di attirare in questo borgo antico personaggi famosi che hanno fatto e continuano a fare la storia dell’arte, e che una volta ospiti di questa realtà straordinaria diventano a loro volta dei testimonial eccezionali promotori delle nostre bellezze»
E sarà davvero emozionante vedere calcare le tavole di quel palco da una delle più grandi attrici francesi, Fanny Ardant, per la prima volta in Umbria, in esclusiva nazionale.
Ad illuminare il teatro ci sarà poi anche Umberto Orsini, colonna del teatro italiano, passando per il grande regista Peter Brook e un “cavallo di razza” come Laura Marinoni, fino ad arrivare a Leo Gullotta, tanto per citare alcuni dei protagonisti di questa nuova stagione che offre al pubblico tutte prime regionali e nazionali.
Il primo sipario si alzerà proprio con il grande Orsini, il 22 ottobre, con un’opera curata dal regista Patrick Guinard, che mette in scena “Il nipote di Wittgenstein”, di Thomas Bernhard.
Il 16 novembre il graditissimo ritorno di Laura Marinoni (applauditissima in “Le lacrime amare di Petra von Kant” di Latella, storica produzione dello Stabile) che ora si presenta con “Arizona. Una tragedia musicale americana”, insieme a Fabrizio Falco che cura anche la regia.
Si prosegue con il demiurgo del teatro contemporaneo Peter Brook che propone (23 e 24 novembre) “Why?”, scritto e diretto a quattro mani con Marie-Hélène Estienne.
Il 6 e 7 dicembre va in scena “Les ballets Trockadero de Monte Carlo”.
Una “provocazione esilarante”, che vede protagonisti maschi atletici e corpulenti, che giocano a fare il verso alle etoile femminili della danza classica. Una parodia dell’“en travesti” che ovunque sia stata presentata ha mietuto successi, fin dal 1974, riciclandosi ogni volta con interpreti sempre nuovi.
E dunque il 19 dicembre sarà la volta di Fanny Ardant in “Hiroshima mon amour”, opera tratta dalla sceneggiatura della Duras per il film di Alain Resnais.
Ma c’è molta attesa che per l’annunciato straordinario lavoro “Teatro delusio” (22 e 23 febbraio), i cui personaggi recitano con il volto coperto da maschere, facendo leva solo sull’espressività del linguaggio corporeo.
Il 14 marzo c’è “Barltleby lo scrivano” (ispirato al romanzo di Herman Melville, che vede protagonista il bravissimo Leo Gullotta.
Chiude la stagione (il 4 aprile) “I cavalieri erranti” con la Compagnia di San Patrignano. I ragazzi di Muccioli proporranno un percorso di riscatto, dalla “morte” alla “rinascita”. Portatori di un messaggio positivo, fatto proprio da tutta la comunità che da sempre si batte per strappare i giovani dall’inferno della droga.