(A.L.) Si devono rinnovare i manager della Sanità pubblica ma stranamente diversi concorrenti si ritirano prima di affrontare il giudizio delle commissioni di controllo dei titoli presentati.
I maligni dicono che il concorso è un pro forma e che le decisioni verranno prese tra un numero ristretto di papabili ‘graditi’ al potere, quindi inutile provarci.
Il fatto poi che rispunti il nome di Rossignoli, ora ad Assisi, dopo le ben note vicende giudiziarie fa capire che la Marini e collaboratori vanno avanti per la loro strada incuranti di vicissitudini non strettamente legate alla competenza ma alla fedeltà di partito.
Ma tant’è, la partita si gioca tutta in casa Pd, come sempre e quindi un peso l’avrà anche la corrente legata al nuovo segretario nazionale Zingaretti e quest’ultimo ha già fatto trapelare l’indiscrezione che la Marini non sarà della partita nel 2020.
Le voci, più o meno interessate, indicato il deus ex machina della sanità umbra Walter Orlandi, contro cui si battè inutilmente l’assessore Barberini che dovette alzare bandiera bianca pena sue dimissioni, è dato sicuro all’Azienda Ospedaliera di Perugia. A Terni finirebbe in quota rosa Daniela Donetti.
Per gli altri sarà uno scontro all’ultimo sangue, o meglio frutto di una serie di incastri per accontentare tutte le correnti e correntine che agitano l’ex Quercia ormai in ritirata su tutti i fronti.
Qualcuno arriva a dire che questa è l’ultima infornata targata Pd, ma come tutti sanno i posti chiave della sanità servono ad aiutare i prossimi dati elettorali regionali, staremo a vedere.