Decine di ristoratori, baristi, commercianti, partite iva, imprenditori, gestori e proprietari di palestre si sono riuniti in piazza Italia a Perugia per una manifestazione di protesta. “Vogliamo lavorare”: è quanto hanno detto e ripetuto, ieri mattina, ristoratori, produttori, distributori, commercianti, titolari di palestre e discoteche. L’iniziativa è stata organizzata da MIO, Movimento Imprese Ospitalità dell’Umbria, con lo slogan “Mezzogiorno di fuoco“.
“Non c’è più tempo da perdere – dice – il presidente regionale di MIO, Enrico Guidi -. La politica deve prendersi le sue responsabilità e, compatibilmente con la situazione sanitaria, stilare un cronoprogramma dettagliato e inderogabile di riaperture. Non chiediamo elemosine, vogliamo fare il nostro lavoro”.
“Siamo a terra”. “Vogliamo che il nostro messaggio arrivi chiaro e forte alle istituzioni – dichiara il vicepresidente di Fipe Umbria, Mirko Zitti – gli operatori del settore rispettano seriamente i protocolli sanitari imposti e hanno investito in modo significativo per garantire la sicurezza di tutti, avventori e personale. E vogliono poter lavorare”.
Giorgio Mencaroni, presidente regionale di Confcommercio, non nasconde la propria preoccupazione per i settori più colpiti dalle limitazioni, i quali “sono a terra e il rischio che non riescano a reggere questo secondo urto, dopo il lockdown della scorsa primavera, è forte”.
Forte l’appello da cuochi e chef presenti alla manifestazione, che chiedono a gran voce di poter lavorare almeno a Natale, ricorrenza che, tipicamente, comporta un aumento di lavoro per il settore della ristorazione e, di conseguenza, di introiti, ora più che mai necessari per risollevarsi.