La morte prematura e violenta di Samuele De Paoli, il 22enne trovato cadavere mercoledì mattina a Perugia ha colpito profondamente tutta la comunità di Bastia Umbra, dove il ragazzo risiedeva. Come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria: vicini e amici hanno deciso di raccogliere denaro per sostenere la madre Sonia e i due fratelli Alessandro e Davide, nelle spese che sosterranno per le esequie, per l’indagine e per l’even-tuale processo. Le frazioni di Cipresso e Madonna di Campagna hanno attivato un fondo di solidarietà. Le sottoscrizioni sono aperte alla Bocciofila della zona e al Newbar. Quest’ultimo è il locale frequentato quotidianamente da Samuele. Per il decesso del 22enne ha proclamato il lutto il Bastia calcio, la squadra per cui la vittima ha militato per anni, prima di ritirarsi. A lutto anche il Rione Sant’Angelo. Tutta la comunità ha subito il trauma della morte del 22enne.
Intanto sono già iniziate le prime “scaramucce” fra i legali, tra l’avvocato Valter Biscotti che assiste la famiglia De Paoli e il difensore del transessuale 43enne brasiliano, l’avvocato Francesco Gatti.
E sempre sul quotidiano si legge: “La vittima è Samuele, sia chiaro”: così Valter Biscotti, l’avvocato della madre di Samuele De Paoli, il 22enne trovato morto mercoledì mattina in un fosso in una strada di campagna a Sant’Andrea delle Fratte. Biscotti replica alle dichiarazioni di Francesco Gatti, che assiste il trans di 43 anni indagato per omicidio preterintenzionale. “Patricia è stata aggredita per prima e si è difesa”, ha sostenuto Gatti ripercorrendo le fasi della lite e della colluttazione a cui ha fatto seguito la morte del giovane residente a Bastia Umbra. Ma Biscotti ribadisce: “In questa tragica vicenda la vittima è Samuele, lo ripeto, che non si provi a far passare un’altra verità. Quelle che riporta il mio collega sono dichiarazioni fatte da una persona indagata per omicidio”, insiste Biscotti. Che chiede rispetto per tutta la famiglia: la madre Sonia e i due figli, fratelli di Samuele. “E’ una famiglia scossa da tutta questa storia. Una famiglia perbene, gente che lavora. Così era anche Samuele. Un ragazzo come tanti altri”, insiste il legale perugino. Sulle testimonianze di alcuni amici che riferiscono del consumo di stupefacenti prima dell’incontro sessuale, Biscotti è netto: “Quello che sappiamo è che non aveva dipendenze, almeno stando a quanto dicono tutti. Per lui parla il fatto che ha sempre lavorato e non gli sono mai stati sollevati problemi sul luogo di lavoro”, insiste l’avvocato.
Questo trova conferma anche nelle testimonianze dei colleghi. “Ho lavorato con lui lunedì pomeriggio, era tranquillo. Se faceva abitualmente uso di droghe? Non mi risulta”, spiega un dipendente della stazione di servizio di Ospedalicchio. A Cipresso, la frazione di Bastia Umbra in cui vive la famiglia della vittima, la versione su Samuele è univoca: “Un ragazzo schivo, riservato, mite”. Il 22enne non aveva precedenti, né per droga né per risse o lesioni. Da due anni aveva smesso di giocare nel Bastia calcio proprio per dedicarsi al lavoro. Alla stazione di metano faceva turni al mattino e al pomeriggio. Martedì se l’era preso libero proprio perché doveva incontrare gli amici a Perugia.
Poi, intorno alle 20, il passaggio in via Penna e l’incontro con Patrizia, il transessuale di 43 anni di origine brasiliana indagato dalla Procura di Perugia per omicidio preterintenzionale. Regge la versione della lite e della colluttazione, ci sono segni sia sul corpo dell’indagato sia su quello del 22enne ucciso, ma sulle cause del decesso si attende il responso dell’autopsia fissata per oggi. Quale che sia l’esito lascia una mamma con un dolore indicibile. Mercoledì mattina Sonia – una vita di sacrifici per tirare su i suoi tre figli – ha sperato fino all’ultimo che Samuele fosse solo a dormire altrove. Poi la chiamata dalla polizia e quell’incubo d’improvviso divenuto realtà.