In Umbria, dopo la grande paura, si va verso una parvenza di normalizzazione. Un dato che fa ben sperare è il fatto che le persone assistite nei centri e campi di accoglienza allestiti dalla protezione civile regionale è sceso sensibilmente.
In Umbria nell’ultima settimana si è passati da 1.111 sfollati ai 799 comunicati ufficialmente martedì dal dipartimento nazionale, di questi più della metà risultano a Norcia (418). Col calo degli sfollati, i volontari hanno iniziato a smontare le prime tende. L’operazione è già stata compiuta venerdì mattina a Castelluccio, dove le raffiche di vento la scorsa settimana avevano già costretto gli assistiti alla fuga in auto per trovare riparo. Analoghi interventi sono iniziati anche in altre zone sia all’esterno dell cratere del sisma (Norcia, Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto) che all’interno dei quattro comuni.
Martedì anche l’Ater ha fatto il punto sugli alloggi popolari di Norcia, assicurando che il «entro Natale il 90% degli inquilini rientrerà nelle proprie abitazioni».
Intanto i sopralluoghi vanno avanti e complessivamente si è arrivati ad oltre 700 verifiche statiche eseguite in Umbria con una percentuale di agibilità, riferiscono sempre dalla protezione civile regionale, che si aggira intorno al 70 per cento.
La tendopoli di San Pellegrino ospita un centinaio di persone e mancando un’area urbanizzata per collocare le casette prefabbricate. E se una soluzione si è trovata per una famiglia con due figli a cui è stato consegnato il primo modulo abitativo donato da un’azienda di Gualdo Tadino, tutti gli altri dovranno attendere 5/6 mesi, vale a dire il tempo indicato dal Commissario per la ricostruzione Vasco Errani.