E’ stato pubblicato il 25esimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia, su dati 2017, che si basa su 17 parametri raggruppati in 5 macroaree (aria, acqua, rifiuti, trasporti, ambiente, energia). A fronte di un ipotetico punteggio di 100 che spetterebbe a un capoluogo in grado di rispettare tutti i limiti di legge e di garantire una buona qualità ambientale per ognuno degli indicatori considerati, è possibile scoprire in maniera interattiva il podio dei più virtuosi, la top 20, le classifiche complete e come si colloca la città di appartenenza.
Va subito detto che Mantova per il secondo anno consecutivo è risultata essere la città più verde d’Italia. Al secondo posto Parma, al terzo Bolzano. Poi la sorpresa di Cosenza che scala otto posizioni e si classifica al quinto posto. Male le grandi metropoli.
Perugia invece è sempre meno verde. Emerge che tutto il territorio provinciale perde posizioni, arrivando a piazzarsi al 28esimo posto posto su 104 province, che è la peggiore performance degli ultimi dieci anni.
Un declino costante dettato da vari motivi come l’inquinamento, i rifiuti o il traffico automobilistico privato in costante crescita. Così ad esempio nell’ultimo quinquennio (2018/2014) emerge una crescita dei valori dell’inquinamento dell’aria: con il biossido di azoto, le polveri sottili e soprattutto l’ozono che fanno registrare aumenti significativi. Il pm 10 è cresciuto di un punto ad esempio, mentre l’ozono in provincia di Perugia era pari a 2,3 nel 2014 mentre quest’anno ha raggiunto quota 44.
Un valore in miglioramento è ad esempio invece quello dei consumi idrici: ogni abitante del Perugino consuma infatti 110 litri, rispetto ai 140 di cinque anni fa: 30 in meno non sono affatto poca cosa. Purtroppo però a questo dato fa da contraltare quello delle perdite in rete: in città (a Perugia) Umbra Acque ha fatto sapere che se ne va per strada il 50% delle risorse idriche.
In provincia va un po’ meglio, visto che siamo al 45,8%, anche se rispetto al 2014 c’è stata una crescita del 10 per cento.
Il trasporto pubblico non brilla. Siamo 33esimi nella graduatoria delle 104 province italiane, ma purtroppo il dato che impressiona è la quantità di passeggeri trasportati che sono quasi dimezzati: nel 2014 ogni mille abitanti in 134 prendevano l’autobus. Oggi sono rimasti in 74. E in compenso come da copione crescono le auto: ce ne sono 73 ogni cento abitanti (siamo centesimi, praticamente maglia nera) con un più due automobili rispetto all’anno scorso e un più tre rispetto a cinque anni fa. Un dato su cui riflettere con grande attenzione.
C’è infine un buon riscontro sulla raccolta differenziata che nel periodo 2014/2018 è cresciuta di quattro punti percentuali (da 58,34% a 62,24%), anche se negli ultimi dodici mesi non ha fatto registrare variazioni. E dopo la crisi è tornata ad aumentare la quantità di spazzatura prodotta: ogni perugino infatti ne getta via 577 chilogrammi all’anno, contro i 616 del 2014.
Il venticinqueesimo rapporto “Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia, su dati 2017”, si basa su 17 parametri raggruppati in 5 macroaree (aria, acqua, rifiuti, trasporti, ambiente, energia). A fronte di un ipotetico punteggio di 100 che spetterebbe a un capoluogo in grado di rispettare tutti i limiti di legge e di garantire una buona qualità ambientate per ognuno degli indicatori considerati, sono stati calcolati parametri che piazzano Perugia al 28esimo posto su 104 province.
Ma se Perugia piange Terni non ride.
La città dell’acciaio è ben sotto al capoluogo umbro, posizionata al 47esimo posto. A guardare i dati rilevati quello che preoccupa di più è il valore delle polveri sottili, giunte al 33