Malak, bimba del Marocco, aveva appena cinque mesi e una grave forma di tumore al collo che le rendeva difficoltosa anche l’alimentazione.
Pesava appena 4 chili e purtroppo è morta a distanza di 40 giorni dal ricovero, poche ore dopo essere stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico al Santa Maria della Misericordia di Perugia. Il giorno dopo la morte della piccola i genitori – una giovane coppia di Casablanca – hanno presentato immediata denuncia al posto fisso di polizia dell’ospedale attraverso l’avvocato Flavia Rizzica.
Adesso la procura della Repubblica ha indagato sette sanitari dell’ospedale di Perugia per omicidio colposo, in attesa che sia l’autopsia a stabilire se nella tragedia della bambina possano esserci responsabilità penali da parte dei sanitari che l’ebbero in cura e che la sottoposero all’intervento, oppure se quanto accaduto al Santa Maria è l’epilogo di una storia già drammatica.
Il pm Annamaria Greco fa sequestrare la cartella clinica e, sulla base dei primi accertamenti svolti, iscrive nel registro delle notizie di reato sette medici che, nel tempo, si sono occupati della neonata. Un atto dovuto a garanzia della difesa, in attesa che sul corpicino della bambina venga eseguito l’esame autoptico affidato a un medico legale di fuori regione: il dottor Mario Benvenuti, insieme al collega Bruno Niccioli Direttore della chirurgia Neonatale del Meyer di Firenze.
Saranno loro a stabilire le cause della morte della piccola.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Edoardo Maglio, Roberto Bianchi, Delfo Berretti che, a loro volta, hanno nominato come consulenti di parte il professor Mauro Bacci, il dottor Sergio Scalise e gli specialisti Tieri, Mezzetti e Galzerano. La famiglia ha nominato i dottori Salibra e Zappone.