(A.L.) Già in molte zone d’Italia si è fermato lo spopolamento dei piccoli borghi facendo leva su due leve economiche efficaci, il ritorno ad un’agricoltura bio e di qualità e la creazione di ‘alberghi diffusi’ che stanno riscuotendo molto successo.Chi fugge dal caos delle metropoli ama la vita semplice e genuina dei piccoli centri, dove riscoprire una realtà diversa e vivere a contatto con la natura.Una ricetta perfetta per i tanti piccoli borghi umbri popolati ormai solo da anziani, i cui darti sono stati confermati dall’ultima indagine Istat, ma che nascondono dei tesori d’arte e biodiversità oltre che d’umanità uniche.
Di come questa ricetta turistica funzioni lo testimonia il Sole 24 Ore che riporta l’esperienza vissuta in Sardegna: “Chiara Floris ha studiato all’estero e girato il mondo. Lavorava in Ryanair quando ha scelto di lasciare la sua carriera per tornare nel paesino di Paulilatino, in provincia di Oristano. Lì ha restaurato un palazzo dell’Ottocento, ne ha ricavato alcune stanze e ha preso accordi con le famiglie del paese per organizzare pranzi e cene: il suo albergo diffuso, “Bisos”, è stato inaugurato pochi giorni fa.
Il Sole 24 Ore, racconta le storie di alcuni di questi progetti, sorti fra antichi vicoli, in castelli, poderi, case che ne hanno inglobate altre, con la guida di Giancarlo Dall’Ara, l’esperto di marketing dei territori che ha inventato questa formula. Un concetto diventato marchio esportato in tutto il mondo, dove dalla Spagna al Giappone si moltiplicano gli “alberghi diffusi” definiti proprio così, in italiano, anche se poi il nome è in un’altra lingua. E che siano giapponesi o sardi, il loro desiderio di riportare in vita palazzi, scambi e storie è il medesimo.”