Di Piero Pianigiani – Lo considerano un fenomeno nazionale tra gli aeroporti “piccoli” perché funziona meglio di altri, per aver puntato molto sul turismo, offerta che, unita al culturale, alle bellezze delle città, all'enogastronomia e al vivere in tranquillità nei piccoli borghi Umbri e al confine con la Toscana, premia.
E' l'aeroporto internazionale San Francesco d'Assisi (sarà stato anche il cambio di nome, dal vecchio San'Egidio centro nel comune di Perugia dove e' localizzato lo scalo, a meno di 10 Km. da Assisi dove è nato il frate poverello) a fare la differenza; lo scalo affidato da sempre alla “SASE” società di gestione guidata da Mario Fagotti, (tra i vertici di Assareoporti di Confindustria), ha superato già i 260mila passeggeri/anno. Voli per Londra, Bucarest, Tirana, Barcellona, Trapani, Bruxelles, Dusseldorf…e anche charter in estate per localita' della Spagna ed Egitto. Passo dopo passo, pian piano, e grazie alle tratte Ryanair che collegano Londra Stansted, i dati parlano di un ottimo stato di riempimento aeromobili , tra l'80 e 90% e quindi il volo per Londra e' molto positivo, sia per arrivi che partenze, anche per umbri che si sono trasferiti per lavoro, in Inghilterra. Che l'aeroporto dell'Umbria sia l'unico scalo regionale è noto; è noto che sia ancora in perdita (soci di riferimento, Camera di Commercio, SviluppUmbria, Unicredit, Comuni di Perugia, Assisi..) ma molto di meno di altri aeroporti viciniori: da Ancona ad esempio, a Rimini, in Emilia Romagna, dove tra i 4, quello di Forlì ha chiuso con il relativo fallimento della società di gestione. Con il titolo “Tutti i piccoli sono in perdita.
Vince chi punta sul turismo”, è apparso ieri un articolo su La Stampa di Torino dove l'esperto della Bocconi Oliviero Baccelli (direttore del centro di economia regionale dei trasporti e del turismo all'Università di Milano) ha redatto la sua analisi. Considera lo scalo umbro un caso unico in Italia. Il “San Francesco” con l'aerostazione funzionale nuova, (progetto di Gae Aulenti, inaugurato nel 2012, una pista di 2400 metri, la caserma dei Vigili del fuoco a carico dello Stato, servizi di dogana, di Polizia di Frontiera, ampi parcheggi per le auto, e una galleria commerciale interna che sta crescendo con le attivita' presenti: abbigliamento, comunicazione, editoria umbra e on-line, tipicita', borse-accessori) è quindi caso raro. I piccoli aeroporti servono a sviluppare il turismo; servono però normative chiare regionali e nazionali, una maggiore flessibilità, più servizi. Le Regioni devono comprendere maggiormente la necessità di interventi economici a supporto delle società di gestione, in particolare quando, come in Umbria e Abruzzo, si punta sul turismo. Per l'Umbria c'è anche una “chiave” in più: il turismo religioso, quello che nell'anno del Giubileo, potrebbe essere ulteriormente sviluppato.
Chi viene ad Assisi – ad esempio – per pregare sulla tomba del frate patrono d'Italia, o percorrere i Sentieri francescani, potrebbe arrivare (o partire) addirittura da Roma, via aerea, grazie oggi ai tre voli di Alitalia Ethiad (altrettanti in andata) che collegano lo scalo di Fiumicino “porta” dell'Italia, a quello umbro.