E’ stato inaugurato a Perugia nel Palazzo Baldeschi di Corso Vannucci voluto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia il Museo che ospita oltre 700 opere raccolte dallo studioso fiorentino Alessandro Marabottini.
Storico dell’arte, scrittore, collezionista ma anche abile restauratore e bricoleur delle proprie opere bisognose di interventi, Marabottini ha insegnato Storia dell’Arte medievale e moderna presso l’Università di Perugia ed ha scelto di affidare alla Fondazione l’importante compito di gestire e curare la sua ricca collezione, mettendola a disposizione degli appassionati e degli studiosi, ma soprattutto degli allievi dell’Ateneo perugino. E’ con questa finalità che a distanza di tre anni dalla morte di Marabottini, avvenuta nel 2012, gli ambienti di Palazzo Baldeschi dedicati al Museo assumono le sembianze – anche grazie ad alcuni arredi della casa acquistati dalla Fondazione – dell’abitazione fiorentina dello studioso, in un percorso su due piani che ospita dipinti, sculture, miniature e oggetti vari anche di provenienza extraeuropea. L’inaugurazione si è tenuta nella Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, alla presenza del presidente e del segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Carlo Colaiacovo e Giuliano Masciarri e delle due curatrici dell’allestimento Caterina Zappia e Patrizia Rosazza Ferraris. Presenti anche la presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, Donatella Porzi e l’assessore comunale Teresa Severini. I presenti – molti provenienti da Firenze e Roma, rispettivamente città natale e città d’elezione di Marabottini – sono stati poi accompagnati a Palazzo Baldeschi per il taglio del nastro e la visita guidata degli spazi espositivi. Con l’occasione è stato inaugurato anche il Presepe che ormai da anni per le festività natalizie la Fondazione allestisce all’ingresso del palazzo stesso.
“Le oltre ‘700 opere che costituiscono la collezione Marabottini – ha affermato il presidente Carlo Colaiacovo – rappresentano un allestimento permanente realizzato nella forma originale e assai suggestiva della casa-museo grazie alla perizia scientifica e alla passione delle due curatrici Caterina Zappia e Patrizia Rosazza-Ferraris che hanno dato corpo alla volontà di Marabottini di musealizzare e tenere unita la collezione di una vita invece di vederla dispersa come è spesso capitato ad altre analoghe raccolte di opere. Ventitrè anni di impegno nel settore culturale ed artistico sono dunque culminati in una struttura museale articolata e ricca che rende la Fondazione una realtà destinata a svolgere un ruolo sempre più determinante, anche fuori dei confini umbri, nel campo della promozione culturale”. Il progetto ha avuto il suo sviluppo in seguito ad una prima visita del presidente e del segretario generale della Fondazione, Carlo Colaiacovo e Giuliani Masciarri, a casa Marabottini per visionare la collezione che lo studioso aveva in animo di lasciare all’Ente: “Mi disse che erano 400 opere, rivelatesi poi 700 all’atto dell’inventario! Da quel giorno ci siamo rivisti e sentiti più volte al telefono – racconta il segretario generale Masciarri – quando lo chiamavo per salutarlo ed informarmi su come stava procedendo il suo lavoro di catalogazione mi rispondeva che era un lavoro lungo e faticoso. E’ poi andata a finire, come sappiamo, nel verso da lui desiderato e sono contento di aver contributo a che la Fondazione, esaudendo i suoi desiderata, potesse celebrarlo tramandandone, attraverso la sua collezione, la memoria”.
La professoressa Caterina Zappia ha descritto la casa fiorentina ed ha illustrato la poliedrica personalità di Alessandro Marabottini, evidenziandone la varietà dei suoi interessi di studioso e di maestro che ha formato tanti giovani perugini non solo sotto il profilo professionale – insegnando loro il metodo scientifico – ma trasmettendo loro un profondo senso di etica professionale. Si è soffermata sull’allestimento e sui criteri di museificazione la professoressa Patrizia Rosazza-Ferraris, spiegando come il piano superiore sia stato concepito come museo, mentre quello inferiore assume il senso della casa in cui ha vissuto Marabottini, come la stanza del camino che, nonostante qualche difficoltà imposte dagli ambienti, è stata riprodotta quasi fedelmente. A conclusione degli interventi Antonio Fazzini ha letto un testo molto suggestivo scritto da Alessandro Marabottini.