“No alla caccia selvaggia”, Assisi “rivuole” la Zrc di San Gregorio. “Assisi non vuole una nuova zona di caccia, e non vuole che pezzi del territorio comunale diventino un far west di doppiette”.
Questo è quanto dichiara con una nota ufficiale l’Amministrazione comunale di Assisi che si schiera dalla parte dei cittadini di San Gregorio e delle altre frazioni limitrofe contro chi ha deciso di destinare un’area, dove finora gli animali erano ‘protetti’ per il ripopolamento faunistico, a “zona dove i cacciatori potranno liberamente impazzare”.
“Assisi – si legge nella nota del Comune – è la patria di San Francesco, il patrono dell’ecologia che parlava con gli animali, non può tollerare decisioni del genere perché quell’area deve restare riserva naturale”.
A tal proposito va invece ricordato che la Regione ha recentemente modificato gli attuali confini della zona di ripopolamento e cattura (Zrc) proprio a San Gregorio, prevedendone la riduzione da 541,96 ettari a soli 173,95. Questo nonostante i cittadini, e per conto loro le quattro Pro Loco e le associazioni che insistono sul territorio, abbiano chiesto in anticipo di non trasformare la riserva in una zona di caccia a pagamento. Con una mobilitazione che ha portato ad una petizione con 230 firme.
Nella riunione che si è tenuta nel circolo di San Gregorio, il sindaco Stefania Proietti e il vice sindaco Valter Stoppini, accompagnati dal comandante della polizia locale Antonio Gentili, hanno ascoltato i cittadini e hanno assicurato di recepire le loro richieste, e cioè di farsi interpreti del loro dissenso e anche di portare avanti la battaglia per il ripristino della Zrc con l’ampliamento dell’area e quindi la ridefinizione di altri confini.
Il sindaco nei giorni scorsi, facendo propria l’istanza della comunità locale, aveva scritto alla Regione, sia alla presidente che all’assessore Roberto Morroni, per bloccare tale eventualità, preoccupato dell’eventuale sconvolgimento dell’equilibrio naturale dell’area protetta dal maggio 1982, quasi 40 anni di tutela ambientale in quella che è nota come l’oasi di protezione San Gregorio.