Dopo il rogo (il secondo in 15 mesi) avvenuto domenica nell’azienda Biondi recuperi di Ponte San Giovanni, s’indaga per incendio colposo.
Una task-force, composta da Arpa, rappresentanti della Biondi, vigili del fuoco e carabinieri del Noe, coordinati dal sostituto procuratore Mara Pucci, ieri mattina ha fatto un sopralluogo nell’azienda, e ha appurato che le fiamme sarebbero state originate da materiale infiammabile: vernici e olii minerali, acqua ragia, diluenti all’interno di rifiuti ancora non smassati nel piazzale dell’azienda.
Il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, durante il consiglio comunale ha voluto informare i consiglieri comunali e la cittadinanza sulla vicenda dell’incendio ha tenuto a precisare, con riferimento a una nota stampa del Pd, che “non vi è nessun interesse a sottacere alcunché, tanto più più ipotesi di infiltrazione mafiosa. “Ricordo – ha proseguito Romizi – che ancora sono aperte inchieste riguardo all’incendio dello scorso anno, quindi da parte nostra non possiamo che confermare il massimo interesse a ottenere la totale chiarezza su questi episodi che ci preoccupano. Abbiamo richiesto massimo impegno a tutte le autorità competenti – ha aggiunto – e confermo la nostra determinazione e il nostro impegno nell’andare a verificare tutte le circostanze e tutti gli elementi che emergeranno nel prosieguo, dandone tempestiva comunicazione a tutta la città”.
“Con assoluta fiducia – ha concluso il sindaco – ci affidiamo all’autorità giudiziaria, ma in collaborazione con gli altri enti si valuteranno una serie di misure non solo rispetto ai possibili danni ma anche sulla possibilità di proporre misure più drastiche, perché non è ammissibile che simili episodi si ripetano con tale frequenza. Deve esserci una valutazione molto attenta sulla capacità di gestione dell’impianto”.