Gesenu, ceneri di Pietrafitta, incendi in centri di stoccaggio, l’Umbria, alla pari di molte altre regioni, ha sottovalutato il rischio rifiuti preda molto spesso della malavita e di affaristi senza scrupoli.
Così la visita nella nostra regione della Commissione parlamentare d’inchiesta ha messo sotto i riflettori un fenomeno preoccupante.
Sia a Perugia come a Terni vi sono aree degradate, inquinamento diffuso e la mancanza di una politica che si prenda cura del territorio riparando i guasti dei decenni passati.
L’orizzonte è ancora più buio perché quasi tutte le discariche si stanno per esaurire e, come sottolineato dal presidente Biondi, devono essere altre le soluzioni come la raccolta differenziata spinta e la bonifica dei territori compromessi.
Gli fanno eco i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che hanno inviato una lettera al presidente della Commissione parlamentare sulle ecomafie, e collega di partito, con la quale chiedono “un intervento formale, concreto e straordinario della Commissione anche in merito al rogo della Biondi recuperi, della scorsa settimana.”
La richiesta di intervento arriva, si legge, in seguito a “ripetuti e negati accessi agli atti del passato e del presente, nonché della mancata diffusione pubblica di informazioni precise e quotidiane sulle matrici ambientali. Il rischio del contegno assunto in questi anni dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale non è soltanto quello di deprivare i rappresentanti eletti di elementi conoscitivi essenziali per l’adozione di politiche pubbliche efficaci, ma anche quello di disorientare e blandamente rassicurare le comunità, quando invece, tutt’attorno, tale assordante silenzio potrebbe confortare e incoraggiare proprio i responsabili di crimini ambientali, Ecomafie incluse”.