È stata rinviata al primo luglio la sentenza che deve stabilire le responsabilità del crollo dei conci del muro di sfioro della diga di Montedoglio che avvenne il 29 dicembre 2010.
Nella mattina di ieri martedì 20 aprile, 11 anni dopo i fatti, a Firenze, era fissato il processo di appello che però non si è tenuto poichè il giudice ha preso atto dei contenuti della relazione di 60 pagine dei periti, quindi ha fatto scattare subito il rinvio di oltre due mesi.
La diga in quel giorni avrebbe dovuto superare una prova importante: la tenuta a pieno regime, con 142 milioni di metri cubi d’acqua di portata massima, ma quel test provocò il cedimento.
A processo ci sono due imputati, che erano già stati assolti il 26 luglio 2018 poiché ritenuti estranei ai fatti: si tratta dell’ingegner Stefano Cola, tecnico dell’Ente Acque Umbre Toscane che si occupava del collaudo e dell’architetto Diego Zurli, che in quel periodo ricopriva il ruolo di direttore del medesimo ente.
Le responsabilità del cedimento sarebbero pertanto da ricercare verso chi progettò e costruì l’invaso tra il 1977 il 1993.
Alla luce di queste considerazioni si profila una conferma dell’assoluzione per l’ingegner Cola e per l’architetto Zurli.