di Bruno Di Pilla – Ora l’auspicio è che anche il calcio mostri, urbi et orbi, il suo volto più nobile e solidale. Come Leo Messi ha giurato che mai e poi mai intenterà una causa giudiziaria al “suo” Barcellona che, malgrado le promesse del Presidente, non lo ha lasciato libero di svincolarsi unilateralmente a parametro zero, così gli sportivi di tutto il mondo – e non solo quelli di fede giallorossa – gioirebbero per un’eventuale decisione di Edin Dzeko di rimanere comunque nella Roma, dopo il secondo, drammatico infortunio che ha tarpato le ali a Nicolò Zaniolo, costretto all’immobilità per altri 6 mesi. Al di là di ogni interesse economico e delle legittime ambizioni di campioni, desiderosi di provare a vincere trofei a livello internazionale, per milioni d’appassionati conta il cuore.
E’ vero che appaiono lontani i pionieristici tempi di Riva, Mazzola, Rivera, Antognoni, Maldini padre e figlio, nonché dello stesso Francesco Totti, cui nessuna lusinga di contratti faraonici è riuscita a strappare di dosso l’amata maglietta dell’unica società, ma è altrettanto vero che molta gente, amareggiata e confusa per la pandemia in atto, avrebbe ancor oggi bisogno di solidi esempi ed ancoraggi morali, com’è accaduto per l’entusiasmo destato da eroici medici ed infermieri, incuranti di rischiare la vita pur di accorrere al capezzale di pazienti moribondi o in gravissime condizioni. Per loro tutti noi abbiamo provato forti sentimenti di stima ed ammirazione, al punto che abbiamo anche cantato a squarciagola, da balconi e terrazzi, l’inno nazionale ed issato alle finestre il vessillo tricolore, che ancora sventola orgoglioso in molte case. Paragone improponibile? No, sbagliano quanti credono che i sostenitori dello sport più seguito d’Italia abbiano ormai fatto il callo al malcostume delle plusvalenze economiche ed al trionfo del motto “ubi maior, minor cessat”.
Mai il vero tifoso avrà un cuore di pietra o sarà immèmore della fedeltà dei suoi beniamini. Per chi ama i colori giallorossi, ad esempio, Giacomino Losi sarà sempre “er core de Roma”, come per i laziali di ogni generazione resterà un mito perenne Giorgione Chinaglia. Lo stesso eterno amore meriterebbe Dzeko, se dichiarasse di voler restare alla Roma, malgrado le assordanti sirene di Juventus ed Inter, specie in un momento così delicato per la perdita di Zaniolo. Ti chiediamo troppo, Edin?