Corsa e jogging sotto casa, passeggiate e spesa con i figli, c’è il rischio di creare nuovi assembramenti mettendo a rischio le misure anti Coronavirus.
Come riporta oggi il Corriere dell’Umbria, lo dicono sindaci, assessori e medici umbri. Criticano in coro la circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo sul Covid 19, a cui hanno fatto seguito, mercoledì, le precisazioni del Viminale e anche del premier Giuseppe Conte. Duro l’assessore alla sicurezza del Comune di Perugia, Luca Merli: “Non è questo il momento di allargare le maglie e fornire indicazioni contraddittorie. Come si può fare jogging ‘nei pressi delle abitazioni’? Parchi e aree verdi sono chiusi? Non si capisce. Conto sul buon senso e l’intelligenza di tutti gli italiani e i perugini, in questa fase dobbiamo continuare a fare sacrifici fondamentali per la tutela della salute di tutti. Solo così ne usciremo. Con buona pace di circolari a dir poco confuse”.
Anche il sindaco di Terni, Leonardo Latini, intravede il rischio di “abbassare la guardia” nella circolare del Viminale. Il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, addirittura annuncia ulteriori restrizioni sugli spostamenti: “Invito ad evitare anche le passeggiate con i figli sotto la propria abitazione, restiamo a casa. Le regole sugli spostamenti non sono cambiate. Sono limitate a motivi di lavoro, di assoluta urgenza o di necessità e di salute. Noi stiamo valutando l’applicazione di ulteriori provvedimenti restrittivi”. Francesco De Rebotti, sindaco di Narni e presidente dell’Anci (associazione nazionale dei comuni) Umbria, è preoccupato per l’“effetto rilassamento” di “ comunicazioni” come queste. “Formalmente valgono le regole che già c’erano. Il problema è un altro: non si può spezzare il capello su questo tema. Bisogna stare nelle pertinenze di casa, punto. Confido nella ‘potestà genitoriale’, per non fare correre rischi ai propri bambini e agli altri. L’importante è che queste comunicazioni, unite alle notizie di un rallentamento dei positivi, non si interpretino come il fatto che si stanno mollando le redini. E’ l’effetto psicologico di queste indicazioni che temo. Il messaggio che dobbiamo dare è invece che non si molla di un millimetro, dobbiamo stare a casa”. La stessa preoccupazione è espressa dal sindaco di Città di Castello e presidente della Provincia di Perugia, Luciano Bacchetta: “Il ‘miglioramento’ dei dati e le notizie che arrivano rischiano di essere elementi pericolosi. Fanno tendere a rilassarsi. Anche perché, rispetto al rallentamento dei casi, bisogna capire quanti sono i tamponi effettuati e analizzati”.
Il primo cittadino di Gubbio, Filippo Mario Stirati, invita a non sottovalutare i rischi: “No ad atteggiamenti superficiali. Possono esserci numerosi asintomatici che, in quanto positivi, rischiano ancora di contagiare. Al di là degli stati veri di necessità bisogna stare a casa”. Non solo i sindaci criticano la circolare. Maria Grazia Proietti, medico dell’ospedale di Terni e mamma, è netta: “Parlo da madre e soprattutto da medico, è un grave errore fare uscire i bambini.
È sbagliato perché i bambini si devono abituare a un senso comune di cittadinanza, è sbagliato da un punto di vista educativo, è sbagluato da un punto di vista scientifico. Mi spiego meglio: se in un Palazzo ci sono quattro famiglie con otto bambini che fanno i turni intorno casa? Chi ha diritto di uscire? Spero che sia un pesce d’aprile, altrimenti è una misura che lascia dubbi sulla competenza di chi la permette”.