Della questione dell’impianto di biomasse di San Marco di Gubbio se ne era parlato a luglio in Consiglio regionale. I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, avevano presentato un’interrogazione alla Giunta sull’argomento delle biomasse facendo specifico riferimento al caso di Gubbio. Liberati e Carbonari hanno spiegato che “nel novembre 2017 la Regione ha approvato la Strategia energetico ambientale regionale (Sear) 2014-2020, che prevede anche il sostegno agli impianti industriali a biomasse. Un sostegno anche di tipo economico, con incentivi regionali all’acquisto, oltre quelli previsti dallo Stato come Conto Energia. Per il Movimento 5 stelle tuttavia “la combustione industriale delle biomasse legnose rappresenta una sicura questione ambientale, sprigionando numerose sostanze tossiche, quali benzene, formaldeide, Ipa, ma anche eventuali pesticidi e fitofarmaci assorbiti, nonché diossine, polveri fini e ultrafini”.
Liberati e Carbonari ricordano che a Monteluiano esiste già un altro impianto di 49KW; quello di San Marco dunque va ad aggiungersi in un’area ritenuta già particolarmente stressata dal punto di vista ambientale a causa della presenza di cementerie. I Cinque stelle a tal proposito ricordano come la Strategia energetico ambientale regionale raccomanda solo attenzione e cautela per le aree critiche, mentre invece servirebbero rigorose zone di esclusione (oltre quelle vincolate) e dettagliati Piani di qualità dell’aria.
Tutto questo mentre a San Marco di Gubbio si continua a parlare di questo impianto a biomasse di 100 kW che dovrebbe sorgere fra poco. Ma la popolazione residente prosegue la sua lotta. Raccolte migliaia di firme dal Comitato Gubbio Salute e consegnata una petizione al sindaco.
Ma intanto i residenti continuano a manifestare malesseri e disagi per gli effetti della centrale presente a Montegranelli. Tutti chiedono che la zona sia liberata da certi effluvi venefici che hanno il potere di ricaduta malevola sulla salute dei cittadini.