A causa della crisi economica gli studenti universitari con un lavoro retribuito sono diminuiti del 30% in 3 anni. Lo sottolinea la settima indagine Eurostudent, promossa e co-finanziata dal ministero dell'Istruzione,
che ha analizzato le condizioni di vita e di studio degli studenti italiani iscritti nell'anno accademico 2011-2012 a corsi di laurea, laurea magistrale o laurea magistrale a ciclo unico delle università statali e non.
L'indagine, realizzata dalla Fondazione Rui in collaborazione con l'Università per stranieri di Perugia e dell'Associazione servizi e ricerche Rui, è stata condotta attraverso interviste su un campione di 5.403 unità rappresentativo dell'interapopolazione studentesca di riferimento. “Se nella precedente edizione dell'indagine gli studenti con un lavoro retribuito erano il 39% – si legge nel documento – ora sono il 26%. La riduzione di circa il 30% in tre anni è frutto principalmente dell'impatto negativo della crisi economica sull'occupazione giovanile”. Un “calo record – viene spiegato – è stato registrato nell'area del Nord-est con un -40% di studenti lavoratori”.
Inoltre “tre studenti su quattro vivono con la famiglia di origine, ma due di questi tre studiano da pendolari. Oltre la metà (50,1%) sul numero complessivo sceglie di studiare in un'altra città, continuando a vivere con la famiglia di origine.
Fra i pendolari, sono più della media gli studenti che provengono da famiglie in condizioni socio-economiche non privilegiate”.