L’avvocato Alessandro Vesi ha chiesto il proscioglimento dall’inchiesta denominata “Piramide” per il suo assistito Antonio Perelli, ex gran maestro della Massoneria, già funzionario in Regione al Servizio accreditamento valutazione di qualità e comunicazione della direzione regionale salute (ora in pensione), in quanto «Antonio Perelli non ha commesso proprio nessun illecito».
Il pm Mario Formisano contesta a Perelli, ai dirigenti regionali Luca Orlandi e Linda Richieri, e ai farmacisti Alessandro Rossi, Massimo Ceccarelli e Pantelis Kurtsopulos, il reato di associazione per delinquere, avanzando l’ipotesi accusatoria che i primi tre «gestivano il servizio di accreditamento valutazione di qualità e comunicazione della Direzione regionale salute e coesione sociale di Palazzo Donini favorendo sistematicamente alcuni sanitari accreditati o da accreditare ai danni di altri». Stando a quanto sostiene l’accusa «gran parte dei soggetti favoriti erano legati a Perelli e a Richieri da forti legami di conoscenza derivanti dai comuni interessi». Nel corso del suo intervento Vesi ha negato il conflitto di interessi di Perelli e l’incompatibilità con la Regione.
Come riporta Il Messaggero dell’Umbria, il penalista Nicola Di Mario, che in questo procedimento assiste la Regione Umbria, afferma: «Auspichiamo che il gup accolga la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli imputati fissando il processo dinanzi al tribunale di Perugia».
Nel corso dell’udienza del 19 dicembre è attesa la decisione: Pantelis Kurtsopulos (difeso dall’avvocato Giancarlo Viti) è l’unico ad aver scelto di essere giudicato con rito abbreviato.