(A.L.) Tutti, ad ogni livello, si interrogano su cosa succederà alle acciaierie della Thyssen Krupp di Terni dopo la fallita fusione con l’indiana Tata.
Se l’azienda tedesca terrà fede alle scelte strategiche aziendali degli ultimissimi anni, l’impianto ternano che produce acciai speciali è centrale per il rilancio del colosso manifatturiero, ma bisogna ricordarci che solo pochi anni fa l’aveva messo in vendita.
Quindi anche i ‘piani alti’ dell’azienda sono stati presi in contropiede dalla decisione della Comunità Europea e molti dei dirigenti, dopo questa debacle, sono stati giubilati.
Da un punto di vista strettamente commerciale le acciaierie di Terni hanno un solido mercato ma i dubbi sorgono rispetto al panorama internazionale con una guerra di prezzi e di dazi che lasceranno nei prossimi anni parecchie vittime.
Se non si risolvono le due variabili fondamentali, come far imporre dall’Ue dazi compensativi per disarticolare la concorrenza in dumping dell’Asia e capire come intende procedere l’America di Trump sul fronte commerciale mondiale, ogni scelta è aleatoria e quindi potrebbe essere smentita il giorno dopo.
Sono giorni di preoccupazione e di incertezza e anche il prossimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico non darà alcuna risposta significativa in quanto le vere scelte saranno effettuate altrove ed è anche questa una delle conseguenze dovute alla sciagurata decisione di Prodi di smantellare l’Iri.
L’incontro del 14 maggio nel frattempo è stato rinviato al 6 giugno, alle 10.30 su richieste dell’azienda e delle organizzazioni sindacali.
Il prossimo incontro in fabbrica è stato fissato per il 22 Maggio