La segreteria Uilm nazionale punta l’indice sui conti della Thyssenkrupp, emersi a Bruxelles nell’ambito di un’analisi complessiva sulla situazione industriale e finanziaria del gruppo effettuata dalla rete dei sindacati affiliati ad IndustriAll Europe nell’incontro del 26 novembre scorso.
Il debito della multinazionale si aggirerebbe attorno agli 8 miliardi di euro e l’accordo con Tata steel e la scissione tra Materials e Industrials sarebbero scelte di natura esclusivamente finanziaria «per risolvere il problema dell’enorme indebitamento accumulato dalla multinazionale negli ultimi dieci anni».
Il timore, a questo punto molto fondato, è che per risanare i conti si finisca per indebolire i siti industriali, se non addirittura a doverli dismettere del tutto.
«La decisione degli azionisti di voler contestualmente realizzare la costituzione della joint venture con Tata Steel per le produzioni dell’acciaio al carbonio e quella della separazione delle altre attività in due Divisioni – sottolinea la Uilm – potrebbe rivelarsi un’operazione difficile, la prima dovrebbe realizzarsi nella primavera del 2019, ma solo a seguito dell’approvazione dell’antitrust, mentre la seconda dovrebbe completarsi entro la primavera del 2020. Grande incertezza, dunque, aleggia sul futuro di un gruppo che ha fattura 42 miliardi di euro (anno 2017/2018), con 160.000 dipendenti ed è presente in 78 Paesi nel mondo».
Secondo la Uilm «Thyssen potrà mettere in campo soluzioni con interventi di distribuzione del debito complessivo nelle diverse società, per limitare l’impatto sulle realtà industriali e provare a dare una prospettiva al gruppo, oppure fare scelte di tagli netti. Questo potrebbe significare riduzione occupazionale se non addirittura un importante processo di dismissioni. La grande corazzata dell’industria tedesca dopo questo processo di trasformazione non sarà più la stessa. Quello che ci preoccupa già nell’immediato è che in questo periodo di transizione non si realizzeranno gli investimenti necessari per consolidare le realtà industriali fino alla fine del processo». Questo riguarda pure Acciai Speciali Terni che, è stato ribadito anche in Belgio, è strategica per Thyssenkrupp.
In vista di un nuovo vertice romano le segreterie territoriali dei metalmeccanici si inseriscono intanto nel dibattito politico. «L’attuale sistema industriale oltre ad aver rappresentato la storia di questo territorio è ancora oggi la maggiore fonte di ricchezza per l’intera comunità. Crediamo sia scorretto, e anche strategicamente perdente, mettere in contrapposizione il lavoro e la sostenibilità ambientale. Lavoro e salute possono e devono camminare insieme».
Sotto gli occhi di tutti che sindaco di Terni e presidente umbra non hanno commentato affatto il piano industriale a ribasso presentato dal management. Intanto venerdì nel vertice di Roma, Ast svelerà i livelli raggiunti per l’erogazione del premio e coi sindacati si riaprirà il discorso della contrattazione integrativa. I lavoratori saranno informati dettagliatamente la prossima settimana nel corso delle varie assemblee già calendarizzate dal 3 al 7 dicembre, prima della fermata di fine anno.