Due autotrasportatori perugini e uno di Bettona sono finiti in manette in seguito ad un’indagine condotta dai finanzieri della tenenza di Assisi, diretti dal luogotenente Stefano Ricci, in collaborazione con i colleghi della sezione di polizia giudiziaria e coordinati dal sostituto procuratore Massimo Casucci.
Le accuse sono di bancarotta fraudolente e reati tributari. Nei guai anche un professionista, pure lui perugino, accusato di aver fornito agli imprenditori arrestati gli strumenti e le conoscenze per mettere in piedi la maxi frode al fisco.
L’indagine trae origine dagli accertamenti sul fallimento di aziende con sede a Bettona.
I finanzieri, durante una verifica fiscale nei confronti di un’azienda gestita dagli arrestati, si sono accorti di alcune gravi irregolarità nella contabilità. Immediatamente, sono scattati controlli che hanno portato a ricostruire il complesso sistema di frode: con l’aiuto del loro commercialista, anch’egli indagato «i tre imprenditori avevano creato, nel tempo, diversi soggetti economici, ognuno dei quali, con l’approssimarsi dello stato di insolvenza, veniva costantemente “alleggerito” ed avvicendato da un nuovo operatore. Grazie ai preziosi consigli del commercialista, gli indagati ponevano in essere operazioni commerciali, societarie e contabili, per avvantaggiarsi, sottraendosi agli impegni assunti nello svolgimento delle attività imprenditoriali ed al pagamento delle imposte. Infatti, usando falsi contratti di cessione di rami d’azienda, distraevano le risorse finanziarie presenti sui conti societari e le costose attrezzature ed i camion di cui disponevano, il tutto trasferito in capo ad una nuova azienda, le cui quote sociali erano cedute ad uno o più soggetti appartenenti al medesimo gruppo, mentre l’amministrazione veniva affidata ad una persona compiacente, “vittima sacrificale” del successivo fallimento» fanno sapere dalla guardia di finanza.