MONTELEONE DI ORVIETO – Celebrare 170 anni di vita associativa è un bel traguardo. La banda di Monteleone si gusta la ricorrenza con un concerto e un libro, godibilissimo il primo, per quanto risulta importante il secondo.
E’ avvenuto tutto intorno al 10 di agosto, sotto le stelle sfreccianti, che poi, in realtà non si sono proprio viste come ce le aspettavamo.
Ma nel contesto della grande festa della Rimpatriata, in una piazza che alitava di umanità in attesa, il concerto che in qualche modo solennizzava il compimento di un percorso è stato seguito da un mucchio di gente che voleva riconoscersi in una istituzione che sottolinea l’orgoglio di questa comunità dell’antica “terra di mezzo”, contesa tra guelfi e ghibellini, tra conti di Marsciano e nobili di Parrano.
Oggi il sindaco Angelo Larocca, che ha firmato anche la prefazione al libro, partecipa al concerto, e ribadisce la necessità che l’Istituto Onnicomprensivo dell’alto Orvietano si faccia carico della istituzione di corsi ad indirizzo musicale, unica condizione da percorrere perché la banda si alimenti di nuove presenze.
La necessità di percorrere questa strada è ribadita dalla piazza che ribolle di suoni. Musicisti della filarmonica monteleonese e strumentisti ospiti, i giovani della Foronovana Sabina, sono pronti a mettere il loro entusiasmo a disposizione di un concerto che si accende di luci della memoria.
Così ha voluto la storica maestra della banda, Angela Ciampani, grande signora della bacchetta italiana che da 24 anni dirige il complesso monteleonese. Lei questa celebrazione ha voluto percorrerla “per aumentazione”, citando i pezzi che ha diretto al suo ingresso nella sua funzione e di cui ha gradualmente arricchito il repertorio.
Coadiuvata dal giovane Lorenzo Rosati che volentieri si alterna sul podio, dirige le musiche che hanno scandito l’evoluzione della banda di Monteleone. Si inizia con la marcia di Vidale, “Nel parco”, diretta da una giovane componente della banda, Elisa Giuliacci, e si prosegue con Swaerenegen, indi con Jacob da Haan, un musicista che anche in tempi recenti è stato materialmente presente ai corsi di aggiornamento della formazione. Il suo nome, noto a livello internazionale, e il suo prestigio hanno notevolmente arricchito l’offerta formativa della compagine.
Una menzione del tutto storicizzata è stata la marcia di Provesi, il maestro di Giuseppe Verdi, mentre l’Aria del sax contralto di Lorenzo Pusceddu ha portato alla ribalta un altro maestro a cui si deve l’aggiornamento di non pochi complessi umbri. Qui era solista il giovane Francesco de Dominicis.
Il resto del programma, Rossini arrangiato da Pirola, le musiche della stessa Ciampani con i cantanti Giuseppe Cecchetti e Margherita Bonucci, la presenza solistica dell’euphonium di Eugenio Renzetti concludevano ed esaltavano il piacere della serata. Nel frattempo cominciava a girare in piazza il citato volume celebrativo, in modo da conciliare il senso dello spettacolo con la sostanza storica dell’evento.
Condensare in meno di 150 pagine una storia che parte dal 1848 e si snoda ininterrotta sino ai nostri giorni è stata un’impresa felicemente affrontata da Mario Pattuglia e Sergio Giovannini, presidente della banda ed ex-sindaco di Monteleone il primo, ispettore archivistico il secondo. La lettura del testo richiede una particolare attenzione, soprattutto per la ricchezza dei documenti presentati, a cominciare dallo statuto del 1859 che sanciva l’esistenza di una gruppo di musicisti raccolti sotto la dizione “I dilettanti del suono e del canto”. Si tratta di reperti talmente preziosi che hanno convinto Mario Squadroni, direttore della Sovintendenza Archivistica dell’Umbria ad emettere, nel 2001, una dichiarazione di “notevole interesse storico”.
Passando attraverso l’Unità nazionale, il fascismo e le due guerre mondiali, la musica moneleonese ha saputo conservare la sua fisionomia di appartenenza al territorio, fin quando, 24 anni fa, l’ingresso alla sua direzione di Angela Ciampani, produsse la svolta salutare verso la modernità. Aggiornamento di repertorio, nuove modalità di approccio strumentale , felice utilizzo delle risorse umane hanno consentito ai musicisti monteleonesi di farsi carico del rapporto con la modernità. D’altra parte la giovane Angela non si è risparmiata, innanzi tutto seguendo un suo percorso di perfezionamento che l’ha portata, lo scorso anno, a laurearsi al Briccialdi Terni in direzione d’orchestra.
Ma le pagine del libro scandiscono, capitolo per capitolo, la storia di questa evoluzione, dedicando una bella quantità di pagine ai maestri che hanno accompagnato la crescita della banda: e sono il citato da Haan, Carlo Pirola, Marco Somadossi, Pusceddu, Fulvio Creux, direttore della banda dell’Esercito, Antonia Sarcina e Laura Fermanelli.
Il copioso libro si chiude sulla fattiva collaborazione con l’Anbima, l’istituzione che traccoglie quasi millesettecento bande italiane e con la soddisfazione di aver assolto a 170 anni di storia locale, facendo della musica una componente essenziale della cultura territoriale.
Stefano Ragni