I tanti profili dell’Italia in questi ultimi sessant’anni.
Approda a Perugia la bellissima mostra fotografica itinerante “Conoscere e amare l’Italia: le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del Fai”. La galleria raccoglie gli scatti dell’architetto milanese e ripercorre le tappe del suo impegno civile per la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano proprio a partire dagli anni Cinquanta.
La mostra approda a Palazzo Baldeschi di Perugia, proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio, dopo quattro allestimenti alla Cavallerizza di Milano, al Teatrino di Vetriano a Vetriano di Pescaglia, Lucca, al Teatro Ariston di Sanremo e al Palazzo Coelli di Orvieto. L’esposizione, organizzata dal Fai – Fondo Ambiente Italiano con il fondamentale sostegno degli Amici del Fai. La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha collaborato e contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.
La mostra, sarà visitabile dal 27 febbraio al 25 aprile, dal martedì al giovedì dalle 15 alle 19 e dal venerdì a domenica dalle 11 alle 19.
Architetto nella Milano della ricostruzione e del boom economico, Renato Bazzoni progettò edifici industriali e alberghieri, abitazioni e ospedali, ma la sua passione fu da sempre l’architettura rurale che lo portò in giro per l’Italia alla ricerca di testimonianze di un mondo che andava scomparendo. In questo viaggio Bazzoni si affida alla macchina fotografica per registrare, descrivere e interpretare le grandi trasformazioni del Paese, quando da agricolo divenne industriale e postindustriale.
Curata da Alberto Saibene, la mostra è divisa in sei sezioni e comprende circa 300 scatti, parte di un corpus di quasi 30.000 foto, donato al Fai dalla signora Carla Bazzoni, moglie di Renato.
Durante la mostra il Fai promuove l’iniziativa “Tu, come la vedi?” per condividere l’Italia che gli italiani amano e quella che non vorrebbero vedere. Sarà infatti possibile inviare attraverso il sito www.mostrabazzoni.it gli scatti che raccontano l’Italia che emoziona, che piace o quella che rattrista, dimenticata e umiliata. Le foto andranno inviate specificando “L’Italia che amo” per gli scatti che emozionano positivamente o “L’Italia che non vorrei vedere” per tutti gli altri: il Fai le pubblicherà nella gallery del sito della mostra.