Durante le indagini sono emersi indizi che ipotizzano l’omicidio volontario con eventuale dolo
Sono passati pochi giorni dalla disgrazia avvenuta l’11 gennaio scorso nelle campagne del monte Subasio che ha scosso l’intera cittadina di Assisi.
Davide Piampiano, 24 anni, durante una battuta di caccia al cinghiale stava camminando in una zona impervia quando, inciampando a terra, venne raggiunto da un colpo di fucile che ne provocò la morte; fu questa la ricostruzione resa credibile agli agenti di polizia.
Durante le indagini gli investigatori hanno rinvenuto le riprese di una piccola telecamera (Go Pro) di Daniele che utilizzava spesso per la pubblicazioni di immagini ed eventi sui social. Le riprese rinvenute confermerebbero che Daniele non è deceduto per un colpo accidentale partito dal suo fucile, ma sarebbe stato raggiunto dal colpo sparato da un’altra arma appartenente ad un altro partecipante alla caccia al cinghiale.
La chiusura delle indagini confermerebbero la dinamica dell’accaduto ipotizzando a carico dell’autore dello sparo l’ipotesi di omicidio. Gli inquirenti hanno infatti affermato la colpevolezza dell’uomo per non aver chiamato immediatamente i soccorsi.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’uomo, accortosi di quanto accaduto, avrebbe cercato di depistare le indagini alterando lo stato dei luoghi, omettendo di chiamare tempestivamente i soccorsi, avvisati solo dopo vari minuti da un altro giovane che si trovava a caccia e che nel frattempo era sopraggiunto sul posto della disgrazia. Il colpevole avrebbe poi scaricando l’arma di Piampiano, disfacendosi del proprio fucile e della propria giacca da caccia.
Gli investigatori,in base al comportamento dell’omicida,ritenuto omissivo, ipotizzano a carico dell’autore dello sparo l’ipotesi di omicidio. “Avendo egli con la sua scelta di non chiamare immediatamente i soccorsi accertato il rischio che il soggetto colpito potesse morire”, questa la dichiarazione degli inquirenti.
I carabinieri hanno provveduto ad effettuare un arresto per omicidio volontario con dolo eventuale, l’ordine di fermo è stato disposto dal gip al termine di indagini coordinate dalla Procura di Perugia.