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You are at:Home » Le cronache di una notte (e dei giorni) di mezza estate
Opinioni

Le cronache di una notte (e dei giorni) di mezza estate

adminBy adminLuglio 11, 2022Updated:Luglio 11, 2022Nessun commento6 Mins Read

Dalla guerra ai disastri ambientali: mala tempora currunt

di AMAR

Le cronache della corrente stagione infuocata, le notizie della guerra putiniana sono state affiancate da quelle provenienti dall’altro conflitto che, ormai da decenni, si combatte tra l’uomo (aggressore) e la natura (aggredita). Riguardano, per esempio il disastro della Marmolada, l’ultima battaglia persa dal genere umano che prosegue nel violentare il creato a scopo di lucro e a danno del proprio avvenire. Mentre le statistiche ci avvertono (l’uomo avvisato non è per niente mezzo salvato) che, dal 2000 in avanti, quasi 4 miliardi di persone al mondo sono state colpite dai disastri causati dalle avversità climatiche.

Poi, c’è la lotta del gas tra la U.E. e Vladimir Putin. Il grande ricatto dell’ultimo Zar proseguecon intenti destabilizzanti per i Paesi occidentali: la conferma incontestabile che la peggiore democrazia è migliore della migliore dittatura. I totalitarismi non hanno identità civile, sono “malattie” insanabili, senza prognosi e senza diagnosi. Solo politica bastarda.

Tra le lettere inviate agli organi di informazione, ne ho colta una. Si intitola: Bruciare il grano, un vero sacrilegio. Dice: “La sconvolgente immagine televisiva di un vastissimo campo di grano ucraino dato alle fiamme dalle truppe russe di invasione, è una delle testimonianze che di solito si accompagnano alle guerre. Perché, quel grano, appena mietuto, rappresenta la vita per tante popolazioni che soffrono la fame”. Mi permetto di aggiungere che si tratta di un’altra prova d’accusa nel processo al feroce Vladimiro.

In netta ripresa è anche l’assalto del COVID alla salute degli italiani. Ai primi di luglio abbiamo superato ampiamente quota 100.000 nuovi contagiati in un giorno, ma lo spettacolo deve continuare, nei concerti ammucchiati e nelle adunate oceaniche, che la scienza sanitaria carica di sicure responsabilità. A Roma, in 70.000 hanno assistito al concertone di una band rock. Con tante mascherine e altrettante no. E con qualcuno ad esibire la solita cretinata: “Per ascoltare questa musica, vale la pena di prendersi il virus”.

C’è una buona nuova: A carico degli Alpini, radunati a Rimini e accusati di aver fatto la mano morta ad alcune fanciulle offese e querelanti, è stato dichiarato il non luogo a procedere. L’onore delle penne nere è salvo. Il coro, in segno di giubilo, ha intonato: Lassù, sulle montagne. Vera e sanzionata con l’ergastolo la violenza dei trucidi fratelli di Colleferro, autori del pestaggio mortale a danno del giovane Willy di anni 21. Si auspica che nessun Tribunale superiore modifichi la sentenza.

Sostiene uno scienziato norvegese che “sono in corso nel nostro Pianeta, 425 grandi progetti estrattivi di combustibili fossili, ognuno capace di aggiungere una quantità enorme di CO2 all’atmosfera”. Non s’era detto (a Tokyo e a Parigi) che, per salvarci dalla fine del mondo, l’anidride carbonica la dovevamo sottrarre?

Boris Johnson, il bizzarro biondo scapigliato, al vertice della Gran Bretagna, si è dimesso, dopo averne combinate di cotte e di crude. Per anni ha fatto coppia con l’altro spettinato Presidente, inventore del trumpismo negli USA, dove ora trabocca il potere della Magistratura a caccia di diritti acquisiti sul cammino della civiltà. A gioire, sotto i baffi, è certa squallida destra italica.

Lunedì 11 luglio, la RAI ha inserito nei suoi programmi, il ricordo dell’ impresa mondiale dei calciatori azzurri nella finale 3 a 1 contro la Germania. Una sorta di premio di consolazione dopo la sconfitta ad excludendum dal Quatar, subìta ad opera della Macedonia che non era di frutta, bensì del Nord.

Cronache dal bagnasciuga: Parte seconda

Quasi non bastassero le crisi correnti, in Italia c’è la penuria delle nascite, dovuta forse alla fragilità dei matrimoni e delle unioni di fatto. Ed alla incertezza dei giovani nell’avvenire. Oppure ti può capitare – a nonno Silvio, il Berlusca, è capitato – di vivere, per anni, con una “moglie” (sessualmente un pochino sgarbata) che, giorni addietro, è andata a fare il “marito” in una coppia unisex. Al mio remoto tempo scolastico, s’usava dire: Non c’è più religione.

La strage di civili nel mattatoio ucraino prosegue a danno di centinaia di bambini e migliaia di inermi. Un dato emblematico: Sono tuttora 1600 i corpi dei morti non identificati. E, secondo l’ONU, sono 4.900 le vittime civili dall’inizio dell’invasione. Oltre a migliaia di uccisi, feriti e invalidi per sempre tra i combattenti. Ad oggi, per risanare i danni materiali in Ucraina, ci vorrebbero 750 miliardi di dollari. E i missili neo sovietici non hanno ancora terminata l’opera demolitrice.

Sul fronte, pure questo conflittuale, della siccità, la notizia, uscita dal CNR, è che il giugno appena trascorso, risulta il secondo più caldo degli ultimi due secoli. Finiremo in arrosto?Dopo i conflitti per la conquista dell’oro nero (il petrolio), uno simile ne è scoppiato, per l’oro blu (l’acqua). Protagonisti i Governatori del Nord Italia, impegnati nella tenzone del metro cubo.

La “sciutta” – avrebbe detto mio nonno – guardata dall’alto, con gli occhi preoccupati dei nostri astronauti, è impressionante. Il Po che, alla foce dovrebbe avere una portata minima di 400 metri cubi al secondo, si trova alla soglia di 200, mentre il cosiddetto cuneo salino è risalito di 30 km dall’ingresso in mare. Con gravi ripercussioni sulla fauna ittica e l’ecosistema fluviale. Il caldo infuria, l’acqua ci manca … Si muore tragicamente nei luoghi di lavoro, il penoso massimo dell’inciviltà sociale. I recenti numeri dell’INAIL fanno paura: Nei primi 5 mesi del 2022, sono morte 364 persone. Una mattanza che è un grido di dolore in uno Stato di diritto.

La chiamiamo da sempre Terra, però il 70% è acqua. Fiumi, laghi, mari e oceani che abbiamo inquinato menefreghisticamente quasi fossero d’altri Pianeti. Nascondendoci dentro aerei abbattuti, navi affondate, ordigni bellici e soprattutto rifiuti d’ogni genere, a milioni di tonnellate, comprese le indistruttibili isole di plastica, il massimo dell’ignominia contro la natura.

Restano tre le nostre capitali emergenze: Bellica, sanitaria e socio – economica. Oltre l’altra politica, con un Governo ostaggio dei grillini (sparpagliati) e dei leghisti (pervasi dal terrore di perdere il bastone del comando nel centrodestra), ormai postisi tutti in servizio permanente effettivo sul sentiero di guerra della campagna elettorale. Hanno fatto festa quando i posti in Parlamento sono dimezzati ed ora sgomitano, con furia indiavolata, per conservare le cadreghe. Persistendo questi chiari di luna è come evocare Beckett e il teatro dell’assurdo.

Cambiamento climatico Guerra in Ucraina
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