Le proteste arrivano dopo l’inizio di una petizione popolare su scala nazionale che ha raccolto oltre 33mila firma, di cui circa 4mila nella nostra regione
A Perugia il movimento Pro Vita e Famiglia onlus, manifestano la loro contrarietà nei confronti di quello che viene definito “utero in affitto”.
Intanto chiariamo cosa vuol dire prendere l’utero in affitto.
Significa impiantare un embrione, ottenuto dal seme del padre e dall’ovulo di una donatrice, nell’utero di una terza donna.
In pratica è una gestazione “conto terzi”, ovvero una gravidanza su commissione, maternità surrogata, che necessita della disponibilità di donne che, a pagamento, affrontano una gravidanza e un parto sapendo che poi cederanno il neonato a qualcuno che glielo ha commissionato.
Il Senato gli schieramenti sembrano fieramente contrapposti. Non solo per il fatto consentito dalla Scienza a coppie che non possono avere figli, ma anche perché l’utero può essere commissionato da una coppia gay e da due lesbiche. Insorgono i cattolici, A quanto sembra diffusi nei vari partiti.
Il centrodestra si dichiara “nettamente contrario”. Ma anche i Vescovi non ci stanno. La Commissione degli episcopati della Comunità europea parla fuori dai denti: “La Maternità surrogata rappresenta una grave violazione della dignità umana e dei diritti fondamentali della donna e del bambino, configurandosi come una vera e propria tratta di esseri umani per fini riproduttivi”.
In Europa manca una normativa specifica in materia di utero in affitto ed i singoli Stati si muovono in autonomia. Attualmente solo due Paesi hanno riconosciuto legittima questa particolare forma:il Regno Unito e la Grecia. Altri espressamente la vietano.
Le proteste a Perugia arrivano dopo l’inizio di una petizione popolare su scala nazionale che ha raccolto oltre 33mila firma, di cui circa 4mila nella nostra regione, secondo gli addetti ai lavori della compagna. I manifesti anti-utero in affitto sono diventati motivo di dibattito politico e in diverse città si segnalano degli atti vandalici contro le affissioni. Sulla carta è stata impressa l’immagine di un bambino in un barattolo – trattato come un prodotto da comprare in un supermercato – e con l’invito a firmare la petizione popolare.