Il centro storico sempre più deserto.
Saracinesche abbassate, locali sfitti e vuoti da tempo per un centro storico che piano piano viene abbandonato, sia dai commercianti che dai residenti.
Lo shopping si delocalizza sempre più verso le periferie e i centri commerciali, dov’è più facile trovare parcheggio. Le scelte sono più vaste a causa di una merce che si uniforma sempre più a discapito della poca qualità, e conseguentemente i prezzi sono più accessibili.
Così lungo le vie dell’acropoli chiudono atelier storici del calibro di Fagioli che, dopo ben 86 anni di attività, ha deciso di abbassare per sempre la serranda del suo negozio ad angolo tra corso Vannucci e via Manzoni. Una scelta sofferta ma dettata da forze maggiori come un flusso di clienti che con gli anni si è drasticamente ridotto, e una scarsa attenzione alla qualità dei capi che vengono proposti. Clienti del calibro di Visconti e Totò, Benedetti Michelangeli e Carmelo Bene, e tanti altri hanno varcato la soglia della famosa boutique, simbolo di una città che sta perdendo la sua identità storica pezzo dopo pezzo. La chiusura è prevista per il 28 febbraio, ma non è una resa definitiva. Ad oggi la staffetta sembrerebbe poter passare a Federico Seymour e al fratello Giuseppe che con gioventù ed innovazione puntano a “riaccendere la fiaccola e tener desta un’attività qualsivoglia ma sempre del medesimo ramo”.
Se le cose in corso Vannucci non vanno bene, nei vicoli la situazione è ancora peggiore.
Se ne va anche la cioccolateria Augusta Perusia in via Bonazzi che, dopo 7 anni di attività, chiude i battenti per lasciare spazio agli altri due punti vendita, situati in via Pinturicchio e in via Piccolpasso.
Un’attività che non ingrana, nascosta nelle viuzze più periferiche, che spesso necessiterebbero di “una segnaletica commerciale, ovviamente a pagamento, che non è mai arrivata ma che invece esiste in altre città”.
Un altro negozio dice addio, lasciando uno spazio vuoto in più in una città che si sta desertificando. Solo in via Bonazzi, nell’ultimo anno, le vetrine vuote hanno superato le attività aperte, se ne è andata la cappelleria Truppa, il Kosmo ha deciso di spostarsi così come il Gallo, anche l’ex piadineria ha abbandonato quella che un tempo risultava essere una delle vie più caratteristiche del l’acropoli.
Le cause vanno ricercate anche negli affitti sin troppo alti, oltre che nello scarso afflusso turistico su cui spesso, soprattutto in alcuni mesi dell’anno, è incentrato il commercio.