In Umbria c’è carenza di medici. Come riportato anche sul settimanale Umbria Settegiorni, mancano soprattutto anestesisti, pediatri, cardiologi, neuropsichiatri infantili, ortopedici.
Si tratta di una vera e propria emergenza. “In alcuni reparti la situazione è al limite – spiega Pasquale Parise, direttore sanitario della Asi Umbria 1 – e riusciamo a garantire servizi comunque di eccezionale livello grazie alla disponibilità dei medici in servizio, spesso chiamati anche agli straordinari. E’ come se ci trovassimo tutto l’anno ai ranghi ridotti che di solito caratterizzano i mesi estivi delle ferie. Un imprevisto, come può essere una malattia, rischia di mandare a monte l’organizzazione del reparto”.
I concorsi spiegano gli addetti ai lavori vanno deserti perché richiedono specialisti, che non ci sono. A giugno, in sede di conferenza delle Regioni, presente anche l’assessore alla sanità Luca Barberini, è stata fatta presente al ministro Laura Grillo la necessità di aumentare le borse di studio per la specializzazione. Mancano medici ma anche infermieri.
La Asl Umbria 2 ha bandito un concorso a tempo determinato per reperire l’organico necessario a riattivare i servizi sanitari che in Valnerina erano stati messi ko dal terremoto. In un secondo momento si procederà con un concorso vero e proprio per far fronte alla carenza di personale in tutta l’area, da Orvieto a Terni, da Foligno a Spoleto. “Parliamo di qualche decina di infermieri che mancano all’appello”, dice il direttore sanitario Pietro Manzi.
La Regione ha già chiesto alle quattro aziende sanitarie un report che definisca il fabbisogno di personale tenendo conto degli attuali modelli organizzativi e di quelli futuri.
A questa carenza ora si aggiunge (come riporta La Nazione) anche un’altra emergenza, vale a dire “mancano all’appello trenta primari sui circa cento dirigenti totali previsti nelle strutture sanitarie dell’Umbria. Da Perugia a Terni, dalla cardiologia alla pediatria il 2018 è stato un anno record per pensionamenti e solo due sarebbero i vertici emigrati altrove ma almeno altrettanti sono arrivati. «Nessuna fuga in atto dagli ospedali umbri, ma normale turn over», tranquillizza l’assessore regionale alla Salute, Luca Barberini. Alcuni sono già andati in pensione, altri ci andranno a breve. Solo in un paio di casi i medici hanno deciso di ‘migrare’ altrove (Elisabetta Cortis ha lasciato la Pediatria folignate e Sandro Carletti la Neurochirurgia ternana). «Nel 2018 – ammette l’assessore – c’è stata una concentrazione di pensionamenti, che non ci sarà nel 2019». All’Azienda ospedaliera di Perugia, ad esempio, negli ultimi mesi sono andati in pensione i direttori strutture complesse di Pneumologia (Maurizio Dottorini), Malattie infettive (Franco Baldelli, già delegato del rettore dell’Unipg per i rapporti con le istituzioni, un postochiave) e Endocrinologia (Geremia Bolli). Le procedure per sostituirli — non tutte semplici — sono state avviate. Mentre bisognerà aspettare ancora per i nuovi primari di Nefrologia e Unità spinale, considerato che i rispettivi direttori — Emidio Nunzi e Renee Maschke — sono andati in pensione recentemente. Mancano pezzi importanti anche nella Usl Umbria 1, dove sono andati in pensione i direttori di Neurologia, Cardiologia, Medicina generale e Urologia dell’ospedale di Branca. Mentre a Città di Castello c’è attesa per il primario di Ortopedia, Rianimazione e Urologia. Tre le procedure concorsuali in atto che, assicura l’assessore, dovrebbero concludersi tra gennaio e febbraio. All’ospedale di Assisi invece il nodoprimariato riguarda Medicina interna e Chirurgia generale. Non va meglio alla Usl Umbria 2. Anche qui sono andati in pensione, o ci andranno entro l’inizio dell’anno, una sfilza di primari. L’ospedale di Foligno perde i vertici di Oculistica, Anatomia patologica, Anestesia, Gastroenterologia, Ostetricia e Ginecologia, Medicina generale e Pediatria (in quest’ultimo caso il concorso è già definito) : una vera emorragia. E ancora Oculistica a Orvieto e Medicina generale a Spoleto: per entrambi i reparti i concorsi sono in corso. C’è poi l’Azienda ospedaliera di Terni, dove mancano i direttori delle strutture complesse di Cardiologia, Urologia, Neurochirurgia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria. In tutti i casi è stato già avviato l’iter. Mancano pure i vertici di Anestesia e Farmacia, ma per questi è ancora tutto fermo. Nell’attesa delle nuove nomine, i servizi sono comunque garantiti dai facenti funzione”.