di Bruno Di Pilla – Misteri perugini. Da decenni si parla dell’auspicata creazione della Cittadella Giudiziaria nell’ex carcere di Piazza Partigiani, con la conseguente concentrazione in un solo stabile di Procura, Tribunale e Corte d’Appello. Sogni invano coltivati, per lo snellimento di ogni attività connessa all’amministrazione della giustizia, da avvocati, magistrati, giudici di pace, cancellieri, ufficiali giudiziari e dagli stessi cittadini interessati, che confluirebbero, tutti, in un’unica struttura, invece di affannarsi e disperdersi qua e là in piazze, locali ed uffici dell’augusta Perusia. E dire che la vecchia struttura penitenziaria è da anni deserta e sempre più fatiscente, mentre sono letteralmente bloccati gli 80 milioni già stanziati dal Ministero della Giustizia per il suo integrale restauro.
A rendere impossibile la realizzazione di un’opera, unanimemente considerata essenziale per lo stesso decoro urbanistico del capoluogo regionale, sono veti politici incomprensibili e del tutto enigmatici. Pare che, a sollevare questioni ecologiche d’incompatibilità e vincoli di destinazione, siano associazioni ambientaliste e gruppi consiliari che, sollevando continue eccezioni, ostacolano i partiti favorevoli ad immediati interventi di riqualificazione dell’immobile, in nome della salvaguardia storica di un palazzo ormai decrepito e di nessuna pratica utilità, le cui stesse mura rischiano di sgretolarsi con il trascorrere del tempo. Intanto si moltiplicano i disagi di chi opera, a vario titolo, nel fondamentale settore dei servizi giudiziari, nonché di quanti, provenendo da fuori Perugia, restano disorientati dall’inconcepibile frammentazione degli uffici.
L’ormai leggendaria Cittadella Giudiziaria deve sorgere al più presto, in primis per gli orari delle cancellerie ed il celere svolgimento dei vari gradi processuali, ma, soprattutto, per lo stesso prestigio del foro perugino, attualmente penalizzato dalla delocalizzazione dei più importanti procedimenti civili e penali.