(A.L.) Alla Marini i dirigenti nazionali del Pd hanno concesso l’onore delle armi ma il verdetto non cambia, deve dimettersi per non fare più danni al partito di quelli che ha fatto con la vicenda Concorsopoli.
Certo così fan tutti, ci riferiamo alle altre regioni sia di sinistra che di destra, ma il Pd umbro è stato clamorosamente colto con le mani nel sacco e questo i vertici nazionali di Roma non possono perdonarlo in vista delle elezioni Europee.
La delegazione recatasi a Roma guidata dall’assessore Chiacchieroni ha riferito di un ‘incontro positivo’, che ‘gli umbri dovranno decidere da soli’ e che la ‘giunta ha lavorato bene’, ma al di là delle belle parole non c’è altra strada da percorrere se non preparare le nuove elezioni che si terranno in autunno.
Se qualcuno a Perugia vorrà andare per conto proprio, libero di farlo, ma non sotto il simbolo del Partito Democratico che deve riconquistare la sua verginità nell’era Zingaretti (a sua volta indagato).
Del resto non ci sarebbero neppure i numeri per fare scelte diverse, magari togliendo il simbolo e tirare a campare fino al 2020 perché i numeri sono impietosi e qualsiasi escamotage, come già hanno affermato diversi consiglieri, non può avere successo.
Ora la speranza per la pattuglia del Pd locale è che ad ottobre sia passato un velo d’oblio su quanto accaduto nella sanità e nella pratica di voto di scambio umbro, tutto sia presto dimenticato ed i beneficiati contraccambino la gratitudine nelle urne!