La Valnerina attraversata da un’ondata di freddo e di gelo, con tanto di terremotati alle prese con le temperature rigide per il terzo inverno consecutivo. Dopo più di due anni dalle terribili scosse che hanno paralizzato il centro Italia ci sono persone a cui non è stata ancora assicurata una sistemazione dignitosa, che si ritrovano a vivere “scomodi”, fra disagi infiniti, lontano dalla propria terra, o in alternativa in una roulotte tra montagne di macerie di una città che non esiste ancora. E si va avanti, con i rigori stagionali che si annunciano spietati, tra mille promesse non mantenute e una burocrazia farraginosa che tutto rallenta e impastoia.
La protezione civile ha stilato un bilancio mettendo nero su bianco i dati relativi alle consegne delle soluzioni abitative d’emergenza. Complessivamente sono 752 le Sae già consegnate, altre 24 risultano in costruzione in Umbria (mancano ancora 8 moduli a Castelluccio di Norcia); sistemate 1.825 nelle Marche; 824 nel Lazio.
Ma non c’è da illudersi, anche per loro i problemi non finiscono mai. Basti dire che i comitati dei terremotati hanno più volte denunciato i “tempi epici” che hanno accompagnato le operazioni di consegna di questi mesi. Vincoli paesaggistici ed idrogeologici troppo stretti. Troppe le problematiche scaturite durante la gara d’appalto, sterili e inutili si sono rivelate le sanzioni irrisorie per chi non ha rispettato le scadenze. Fatto sta che in molti casi le Sae consegnate si sono rivelate totalmente inadatte per i territori del centro Italia. Più volte i comitati ne hanno denunciato l’inagibilità a causa di pendenze non in regola, comignoli troppo corti, boiler sui tetti che vengono messi fuori uso dalle basse temperature, umidità imperante, tubi a pochi centimetri dai pavimenti, e fango ovunque. E pensare che tali casette sono state pagate a peso d’oro. I consorzi hanno infatti realizzato le Sae ricevendo come compenso 1.067 euro per metro quadro come da contratto, mentre i costi di urbanizzazione hanno fatto schizzare le spese a 6mila euro al metro quadro. Per intenderci quanto si paga un appartamento a Venezia con vista sul Canale della Giudecca.
I moduli arrivano dalla gara Consip del 5 agosto 2015 (prima del terremoto) vinta dal raggruppamento temporaneo di imprese facente capo al Cns di Bologna. Tra i maggiori fornitori c’è la umbra Cosp tecnoservice, specializzata in igiene ambientale (raccolta differenziata) pulizie e logistica. Il montaggio è stato affidato ad altre aziende. Cosp fa sapere che si è occupata anche delle forniture dei materiali ma senza intervenire nel cantiere. Un’altra parte delle forniture è stata affidata ad Arcale, seconda classificata nel bando.
Ma è evidente che a fronte di tutto questo occorre ricercare responsabili e colpe.
E intanto l’inverno si avvicina più rigido e freddo che mai. Cascia risulta infatti la città più fredda dell’Umbria con il termometro che è sceso, nel corso della notte, a -11,4 gradi secondo quanto rilevato dal centro funzionale della protezione civile dell” Umbria. La colonnina di mercurio, invece, si è fermata a -7,7 a Norcia, a -7 a Monteleone di Spoleto e a -6 a Forca Canapine. Ma il freddo si è fatto sentire anche nel resto della regione: -5,9 a Foligno, -5,7 a Città di Castello, -6,2 a Piediluco, -5,4 a Gubbio, -5,2 a Orvieto Scalo.
E da questa sera è attesa una nuova perturbazione che sull’Appennino umbro-marchigiano, che si potrebbe tradurre anche in possibili precipitazioni nevose con la quota neve fissata a 900-1000 metri. Quota destinata ad abbassarsi fino ai 600 metri nella prossima notte, per poi risalire nella mattinata e nel pomeriggio di domani.