di Lucia Pippi
Sono passati 11 anni. Un lunghissimo periodo, durante il quale la famiglia Marra è piombata in un incubo, nell’attesa di avere notizie di Sonia, 25 anni, studentessa di tecnica di laboratorio all’Università di Perugia.
Dal 16 novembre del 2006 di lei non si è saputo più nulla.
Nemmeno se è viva. Tutti credono, investigatori compresi, che sia morta.
Del suo fantomatico omicidio è stato accusato e poi assolto Umberto Bindella, secondo le amiche della ragazza suo fidanzato, anche se il giovane ha sempre negato una relazione più stretta.
Una scomparsa o una morte sulla quale il lavoro degli investigatori non è riuscito a fare luce, nessuna chiarezza.
Sonia era arrivata a Perugia per laurearsi come tecnico di laboratorio.
Aveva trovato alloggio e lavoro a Montemorcino, dove collaborava con la segreteria della scuola di Teologia.
Poi si era trasferita in un appartamento del centro storico, pur avendo mantenuto l’impiego.
Ed è proprio tra le pareti di Montemorcino che aveva conosciuto Umberto Bindella, studente della scuola, per il quale, secondo l’accusa, lei stessa avrebbe falsificato il risultato di un esame.
Tra i due era nata un’amicizia che, secondo quanto andava dicendo Sonia, si era trasformata in qualcosa di più.
Sonia ad un certo punto aveva avuto il sospetto di essere rimasta incinta.
E in casa sua i vigili del fuoco, allertati dal fidanzato della sorella di Sonia, che non la sentivano dal giorno precedente, hanno rinvenuto un test di gravidanza nell’immondizia.
Unica testimone di quanto accadde quella sera è una bambina, che ha raccontato di aver visto un uomo entrare nell’appartamento della ragazza.
Da lì è iniziato il giallo.
Con Bindella che ha ammesso di aver acquistato il test per Sonia, ma sempre negando di avere avuto rapporti con lei.
Una vicenda giudiziaria che è andata avanti fino all’assoluzione per non aver commesso il fatto dello studente di Teologia.
Una sentenza contro la quale, con ogni probabilità, il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini, che aveva chiesto una condanna a 24 anni, ricorrerà in appello.
La storia di Sonia e la ricerca della verità sulla sua sorte, quindi, si sono fermate, almeno per il momento.
Ma l’auspicio di tutti è che si vada ancora avanti alla ricerca della verità, e che Sonia non venga dimenticata.
E’ necessario che si continui ad indagare, almeno fino a quando non si saprà che fine ha fatto e chi eventualmente le ha fatto del male.
Perché una ragazza che arriva in città per studiare non può svanire nel nulla e nessuno può dimenticarsi di lei senza aver fatto tutto il possibile per renderle giustizia.