Come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria il sostituto procuratore Mario Formisano ha chiuso le indagini sul caso emerso lo scorso maggio in seguito a una denuncia del commissariato di polizia di Città di Castello, nei confronti di un medico, un 55enne dipendente dell’ospedale tifernate, che ora potrà visionare gli atti a suo carico e impostare una linea difensiva per contrastare le ipotesi accusatorie e scongiurare un processo. Ad assisterlo sarà l’avvocato Chiara Camilletti. Secondo il pm, il medico avrebbe indotto in errore il datore di lavoro, rappresentato dall’Azienda Unità Sanitaria Locale Umbria 1, e indirettamente anche l’Inps, sull’esistenza dei presupposti per godere di un periodo di astensione dal lavoro per malattia. Per l’accusa, infatti, si sarebbe dichiarato “falsamente malato” utilizzando anche certificati medici per documentarlo. Di qui l’ipotesi di “artifici e raggiri” usati nei confronti dell’azienda sanitaria.
Sempre per il giornale, a suffragare il fatto che la malattia sarebbe stata “inesistente”, per la Procura è un viaggio in Brasile avvenuto proprio nel periodo di astensione dal lavoro per malattia. Una situazione, ad avviso del pm Formisano, “incompatibile con la patologia dichiarata nella certificazione medica”.