Massimo Bianconi nativo di Norcia, conosciutissimo a Spoleto per aver diretto la Cassa di Risparmio di Spoleto, oggi residente a Roma, protagonista dell'alta finanza italiana (nel 2012 era direttore generale della più importante Banca Marchigiana), è stato rinviato a giudizio per il crac dell'Istituto marchigiano.
Il rinvio a Giudizio è stato deciso ieri dal Gup Paola Mascaroli con l'aggravante di corruzione tra privati,che coinvolge anche gli imprenditori Vittorio Casale e Davide De Gennaro, perché – si suppone – che il DG possa aver indotto la Banca anconetana a concedere fidi senza garanzie ai due imprenditori per somme superiori a 15 milioni di euro.
In cambio di favori avrebbe ottenuto la cessione di un immobile del valore di 4milioni di euro regolarmente rogitato alla famiglia Bianconi,con sede in via Archimede nella elegante zona dei Parioli di Roma, risultante accatastato prima ad una società di Casale e successivamente ceduta ai figli del manager bancario e poco dopo rivenduta al l'imprenditore De Gennaro.
Il PM ha rigettato la richiesta di eccezione da parte degli avvocati di Massimo Bianconi che hanno sostenuto la mancanza di alcuni allegati della Guardia di Finanza che riguardavano l'indagine avviata nel 2013.
L'udienza prossima si dovrebbe svolgere il 18 Gennaio del 2017 .
I pm Andrea Laurino, Marco Pucilli e Serena Bizzarri ipotizzano scambi di favori tra Bianconi e gli imprenditori . Le accuse mosse A Bianconi rientrano sono in qualche modo ricollegare all'inchiesta del crollo finanziario della Banca Marchigiana, ancora aperta, che vede indagati 34 professionisti incluso lo stesso Bianconi con reati imputabili molto gravi : bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere a cui si aggiunge un'altra inchiesta parallela per truffa verso i risparmiatori dell'Istituto.
Tuttavia sino a quando una persona non viene condannata sino al terzo grado di giudizio, non può e non deve essere giudicata colpevole.