Con l’etichettatura di origine arriva un importante segnale di cambiamento a livello comunitario, che consente di tutelare consumatori e imprese in nome della trasparenza e contro l’omologazione.
È quanto afferma Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria, nel commentare lo storico via libera dell’Unione Europea alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari, dopo che sono scaduti senza obiezioni i tre mesi dalla notifica previsti dal regolamento 1169/2011 quale termine per rispondere agli Stati membri che ritengono necessario adottare una nuova normativa in materia di informazioni sugli alimenti.
Il via libera comunitario – sottolinea Coldiretti – risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle Politiche agricole, in più di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione.
Il provvedimento riguarda – spiega Coldiretti – l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari che dovrà essere indicata in etichetta con:
a) “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”;
b) “paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato”;
c) “paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato”.
Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato e trasformato nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta – precisa Coldiretti – con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte: nome del paese”. Se invece le operazioni indicate avvengono nei territori di più paesi membri dell’Unione Europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento, “latte trasformato in Paesi UE” per l’operazione di trasformazione. Infine se le operazioni avvengono nel territorio di più paesi situati al di fuori dell’Unione Europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi non UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato in Paesi non UE” per l’operazione di condizionamento, “latte trasformato in Paesi non UE” per l’operazione di trasformazione.
L’entrata in vigore è fissata 60 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e quindi auspicabilmente dal primo gennaio 2017 come è stato previsto per un testo analogo in Francia. Coldiretti in occasione del recente Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio ha presentato in anteprima le confezioni di latte, burro e mozzarella con le nuove etichette per aiutare i consumatori a scegliere.
Sempre a Villa d’Este di Cernobbio, si è tenuto il primo mercato degli agricoltori terremotati organizzato dalla Coldiretti a 50 giorni dal sisma: dietro ogni prodotto salvato dal terremoto c’è una storia di sofferenza e voglia di ricominciare; per l’Umbria, legumi, formaggi, norcinerie, succhi e marmellate biologiche di Norcia. Intanto, 12mila italiani hanno acquistato nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica le caciotte solidali, con la vendita che, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, è stata effettuata con grande successo anche a New York nel farmer market tra 47th e 2nd avenue in Dag Hammarskjold Plaza frequentato da diplomatici di tutto il mondo.