Il Mandino – La Fontana Maggiore di Perugia di questi tempi è costretta a vederne delle belle intorno a sé. Intanto, va detto, che pur essendo nata per celebrare l'arrivo dell'acqua nel cuore dell'urbe, ora si ritrova a non riuscire a contenere più il prezioso liquido.
Le foto, inviateci da un attento cittadino, Marcello Gaggiotti, rilevano senza ombra di dubbio, una perdita preoccupante di liquido. Sarà bene che chi è incaricato alla sua salute e alla sua salvaguardia si attivi per metterci una “toppa”.
E a proposito di salvaguardia, ci sono altri episodi inquietanti, che vengono a mettere in discussione le procedure di messa in sicurezza del nostro patrimonio storico-artistico. Intorno alle 12.15 di sabato 3 settembre 2016, sempre Marcello Gaggiotti, ha segnalato al vigile di servizio presso il corpo di guardia di Corso Vannucci, l’avvenuta apposizione da parte di alcuni individui di due striscioni sulla inferriata della Fontana Maggiore, occludenti peraltro la vista di quest’ultima. Non poteva trattarsi di un’azione autorizzata, risultando evidente trattarsi di una squallida bravata goliardico-calcistica con attardamenti da addio al celibato, posta in essere nell’ambito del festeggiamento per un matrimonio celebrantesi nella Sala della Vaccara.
Ha atteso invano, fotografando e filmando nell’attesa (en passant Marcello Gaggiotti ha incontrato Ivan Nucciarelli che, da lui informato della faccenda, lo ha visto prontamente dirigersi verso il palazzo comunale) che intervenissero vigili o carabinieri, ma ciò non è avvenuto, talché, finita la festa (con immancabili esplosioni di fumogeni da stadio e spargimento di coriandoli altamente inquinanti, cfr. in proposito segnalazioni #2710 del 06/11/2015 e #3027 del 27/04/2016), sono stati gli autori stessi della bravata a smontare gli striscioni andandosene al rituale pranzo indisturbati quanto soddisfatti. Tornato al corpo di guardia Gaggiotti ha trovato il vigile di turno davanti ai monitors, desolato per non avere potuto allertare in tempo utile (più di tre quarti d’ora!) una pattuglia, e dunque apprendeva dallo stesso che in precedenza da parte dei suddetti individui c’era stato un primo tentativo che egli aveva temporaneamente impedito.
Nella segnalazione #3532 di mercoledì 31/08/2016 titolo: Piazza IV Novembre, riferita al Motoraduno Celaia del 28 agosto u.s. (vedasi), proprio in relazione a fatt(acc)i coinvolgenti la Fontana, Gaggiotti esprimeva la constatazione che “a Perugia si può fare quello che si vuole”.
A una settimana esatta di distanza una conferma più puntuale di tale affermazione non poteva presentarsi, purtroppo, ma stavolta a un livello stratosfericamente demenziale per modalità luogo e “accostamenti” suscettibili di scaramanzia: mentre uno degli striscioni commemorava funeraticiamente lo Skrondo (alias Andrea Vinti tifoso del Perugia morto in Brasile), l’altro, a modo suo festoso, e di un esprit de finesse senza pari nei confronti della neosposa, recitava: “E’ la tua condanna a vita…/ addio fica, amici, partita!”. Non è questione, nella fattispecie, di censurare o meno, o di stigmatizzare il linguaggio adottato, interessa qui solo rivendicare il diritto a non assistere contro la propria volontà a manifestazioni private così sguaiatamente esibite in pubblico, che perdipiù usano oscenamente quanto impunemente un monumento pubblico la cui valenza è ben al di là della capacità di comprensione di che tali atti perpetra. Gettando il discredito agli occhi del mondo sulla città intera e sulle persone serie che vi abitano, che pure esistono ma vengono fatte contare quanto il due di coppe, essendo altri gli interessi prevalenti. In paesi civili di tradizione giuridica anglosassone, dove esiste il senso dello Stato (dove per esempio non si imbrattano i monumenti con epigrafi da mentecatti) i responsabili verrebbero presto individuati (ci sono i filmati della sorveglianza ed, eventualmente, quelli dello stesso cittadino), fatti girare con un cartello al collo con scritto “sono un imbecille” e spediti in collegio rieducativo “a studiare”. Quando finirà questo stillicidio di abusi e stupri, inferti alla Fontana? In questo clima culturale (in senso sia antropologico sia in riferimento all’ignoranza crassa) e con queste credenziali con che faccia ci si è a suo tempo accinti a candidare Perugia a Capitale europea della Cultura?
Venendo a fatti banalmente concreti: è concepibile che in un centro storico come il nostro non ci sia una pattuglia fissa di sorveglianza (beninteso non esclusivamente a tutela dei beni culturali!)? Pattuglie che invece si sprecano in occasioni becere inutili insignificanti e/o, come visto domenica 28 agosto, dannose? Risulta, piuttosto, che sabato 3 fossero prenotate al gran completo per il pomeriggio calcistico: ma il “fenomeno calcio” è o non è un evento privato sebbene produca purtroppo gravi ripercussioni pubbliche? Perché gli oneri non vengono addebitati a Società e tifoserie? Senza sguarnire fronti di interesse civile più importanti e qualificanti? E qui viene da riflettere: è più importante la Weltanschauung dello Skrondo o quella sottesa alla Fontana, appunto ridotta a mero supporto passivo dello striscione?). Tornando alla sorveglianza, si va da dall’eccesso di cinque pattuglie in contemporanea (Municipale, Carabinieri, Polizia, Finanza, Forestale) dopo il delitto Meredith (con scarsa considerazione della statistica) e dopo “Perugia capitale della droga” (con maggiore plausibilità), allo zero assoluto attuale, nonostante l’allarme riguardo al terrorismo islamista rivolto ai monumenti storici, anche se nella fattispecie è dall’idiozia degli autoctoni che ci si deve salvaguardare. Purtroppo, come si sa, la mamma degli imbecilli è sempre incinta.
C'è da sperare che la visione autoptica del fenomeno da parte di Ivan Nucciarelli, membro dell’Amministrazione, storico dell’arte e cultore della storia perugina, nonché la conoscenza “live” dei fatti da parte dell’assessore Wagué Diego Dramane (celebrante il matrimoinio) siano in grado di introdurre in seno all’Amministrazione i germi di una seria riflessione sullo stato di degrado non solo monumentale, bensì morale e civile della città, e un ripensamento efficace riguardo alle politiche ad essa rivolte.