Danni all’erario per oltre 48 milioni di euro è questo il bilancio del 2018 della procura regionale della Corte
dei Conti regionale umbra, reso noto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile.
Sono state esaminate più di mille istruttorie archiviate, molte delle quali archiviate, mentre su 13 atti è stato fatto ricorso appello.
Tra i casi più eclatanti che hanno fatto consumare fiumi d’inchiostro, due in particolare, quello di Umbria mobilità dove i giudici contabili della sezione regionale non hanno accolto la tesi della Procura, scagionando i 41 amministratori pubblici (consiglieri e membri di giunta provinciali e regionali) e il caso Gesenu.
Così il procuratore Antonio Giuseppone ha impugnato le sentenze e andando al secondo grado di giudizio,
“perché convinti della fondatezza delle contestazioni e in esclusiva tutela dell’erario. Senza secondi fini”.
Le condanne in primo grado ammontano a 4.145.903 euro.
Giuseppone ha messo in evidenza che le segnalazioni sulle pubbliche amministrazioni, delle 18 istruttorie aperte a seguito di segnalazioni di organi di controllo,solo una arriva dai collegi di revisori dei conti, tutte le altre sono esterne.
Sotto la lente della Corte dei Conti anche i ritardi sulla ricostruzione postterremoto: i fondi non sono stati spesi e quindi non sono state avviate indagini.