Venerdì scorso (12.10.2012), a causa delle forti piogge, il treno Tacito (Intercity proveniente da Terni e diretto a Milano) che doveva partire da Perugia Fontivegge alle 6.39 è stato annunciato con 50 minuti di ritardo. Tale ritardo è poi aumentato fino a 70 e poi a 90 minuti alla partenza (diventati poi 130 all’arrivo alla stazione di Firenze Santa Maria Novella). Inoltre il treno successivo per Terontola è stato soppresso, creando notevoli disagi ai pendolari. Gli annunci che sono stati dati alla stazione di Fontivegge erano incomprensibili, tanto che tutti i passeggeri si chiedevano l’un l’altro se il ritardo fosse di cinque o di cinquanta minuti, se il messaggio riguardasse il Tacito o un altro treno anche perché il ritardo annunciato non è mai stato indicato negli appositi tabelloni.
Di tale ritardo, inoltre, non è mai stata data spiegazione.
Se i passeggeri avessero compreso sin dall’inizio la natura del ritardo, avrebbero potuto organizzarsi diversamente.
La stazione di Fontivegge era in mano ad una sola persona che alla biglietteria doveva gestire una fila via via sempre più lunga di gente che chiedeva spiegazioni, informazioni, rimborso del biglietto acquistato.
Non c’era nessuno che offrisse assistenza. Lungo il primo binario tutti gli uffici erano chiusi, il capostazione inesistente. Una stazione “morta” per così dire…
Da parte delle FS non è stato organizzato un servizio alternativo al Tacito per permettere ai passeggeri di raggiungere in altro modo almeno la stazione di Firenze, la prima stazione utile in cui trovare poi altri collegamenti per Milano, Bologna, Venezia, ecc.
Quello che mi preme sottolineare è che non si può lasciare una stazione importante come quella di Perugia in un orario in cui molte persone si spostano per andare al lavoro in mano ad una sola persona. In situazioni di emergenza, dovrebbe esserci del personale reperibile pronto a intervenire, a offrire assistenza ai passeggeri. Questi ultimi non dovrebbero essere lasciati in balia di annunci incomprensibili, di voci che si rincorrono di persona in persona, di” masse” che si muovono perché forse il treno sta per arrivare, senza aver esattamente capito che cosa sia stato annunciato.
Inoltre, avendo compreso, una volta salita sul treno, qual era la causa del ritardo, ovvero problemi elettrici alla linea nei pressi delle stazioni di Baiano/Giuncano tra Terni e Spoleto, mi chiedo: perché non risolverli? Non sarebbe il caso di intervenire in quel tratto? Un tratto importante sia per chi viaggia verso Roma sia per chi viaggia verso Firenze con un treno come il Tacito.
Chi scrive, a distanza di 6 anni, ha perso per ben due volte l’aereo a causa di ritardi di più di due ore dovuti ai problemi elettrici che si hanno ripetutamente nelle suddette zone, fornendo un’immagine dell’Italia come Paese arretrato agli occhi di chi all’estero l’aspettava per importanti ragioni di lavoro.
Mi sembra, infatti, che invece di progredire stiamo tornando indietro di anni. Come può crescere il nostro Paese in questo stato di incuria e abbandono? Com’è possibile che una città capoluogo di regione non abbia un servizio ferroviario non dico efficiente, che sarebbe chieder troppo, ma almeno tale da non dare l’impressione di un completo sfacelo, che è proprio ciò che si sta verificando?
Nicoletta Santeusanio