Il Questore di Perugia Bellassai: “Esempio di coraggio e testimonianza di impegno civile”
La Polizia di Stato di Perugia, con una cerimonia che si è svolta al parco della Verbanella, ha ricordato l’ex Questore di Fiume, Giovanni Palatucci, in occasione del 78° anniversario della sua morte avvenuta il 10 febbraio 1945 nel campo di concentramento di Dachau.
Il Questore Palatucci, Medaglia d’Oro al Merito Civile, è stato insignito del riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” perché protagonista del salvataggio di molti ebrei stranieri e italiani.
Alla commemorazione hanno partecipato il Prefetto di Perugia, Armando Gradone, il Questore di Perugia, Giuseppe Bellassai, l’Arcivescovo di Perugia, Mons. Ivan Maffeis e i rappresentanti di istituzioni civili, militari e religiose della provincia di Perugia.
“Giovanni Patalucci – ha detto nel suo discorso il Questore Bellassai – è un esempio di vera umanità, di amore per gli altri e di coraggio, testimonianza dell’impegno civile al quale tutti noi, uomini e donne della polizia di Stato, istituzioni e cittadini siamo chiamati”.
“Salvò 5 mila ebrei, stranieri e italiani, durante la sua permanenza a Fiume – ha aggiunto Bellassai – città nella quale era arrivato nel 1937 con l’incarico di responsabile dell’Ufficio stranieri e nella quale era rimasto da commissario e poi da questore reggente. Nel settembre del 1944 venne arrestato dai tedeschi per cospirazione e tradimento, tradotto nel carcere di Trieste e da lì deportato nel campo di lavoro forzato di Dachau dove morì a soli 36 anni, due mesi prima della liberazione. Un funzionario della polizia di Stato che ha dato la vita per degli ideali alti e che è la dimostrazione più evidente di cosa voglia dire lavorare al servizio della collettività, al servizio del rispetto del diritto e per la giustizia. Palatucci si trovò davanti a un bivio: rispettare leggi ingiuste volute per eliminare uomini, donne, bambini innocenti o piuttosto operare per la difesa della vita di esseri umani colpevoli solo di essere ebrei. Ho cercato di immaginare lo stato d’animo di quel giovane poliziotto che si trovava a decidere se fare la cosa più facile e meno rischiosa per lui o quella più giusta, la più pericolosa e decise infine per difendere il diritto alla vita, il più alto e nobile diritto di ogni essere umano”.
Nel corso della cerimonia è stata deposta una corona d’alloro presso la targa commemorativa intitolata a Giovanni Palatucci dove ha trovato dimora anche un albero d’ulivo piantumato nel 2021 in sua memoria.