L’attività investigativa, coordinata dai pm Massimo Casucci e Manuela Comodi, aveva preso le mosse dal fallimento di una società del settore della commercializzazione di prodotti energetici che nel corso del tempo non aveva pagato i fornitori e anche le principali imposte. I capitali così accumulati, secondo la Procura, sarebbero stati distratti a favore di società di comodo, intestate a prestanome, e poi, in vari modi, il denaro veniva riversato nelle casse di alcuni indagati. Tra i beni così sottratti, anche case, auto di lusso, un viaggio in Mongolia, soggiorni in hotel di lusso, abiti da Donati e pure una barca.
Come riporta il Corriere dell’Umbria, nel 2019 erano finiti ai domiciliari Gianandrea Rudelli, 63enne di Trevi, e Francesco Valeriano Renato Fiorelli, 60enne di Perugia, in qualità di amministratori di fatto o di diritto di società coinvolte, mentre l’obbligo di dimora era scattato per Servete Hajdari, moglie di Fiorelli, ritenuta dagli inquirenti “intestataria fittizia” di conti, carte prepagate e immobili su cui venivano fatti confluire risorse distratte, gli amministratori della Nei, Liljana Hajdari, Angelika Karin Condo e Maurizio Ermini. Denunciato l’avvocato Domenico Accica – rinviato a giudizio anche nell’inchiesta Great Energy, in cui veniva definito come una sorta di “maestro delle truffe” – in questa inchiesta viene considerato “ideatore” di diverse operazioni.
Tra le accuse, a vario titolo contestate agli imputati, quella dell’omesso pagamento dei tributi erariali per 1 milione 628 mila euro. Il gup ha prosciolto Fiorelli – difeso da Michele Nannarone – per incapacità di intendere e di volere e ha concordato per i patteggiamenti di Hajdari Liliana, Hjdari Servete e Buoncristiani Roberto. La prima a due anni gli altri a un anno e 4 mesi. Prosciolti anche gli assistiti dall’avvocato Roberto Quirini. Domenico Accica (difeso da Franco Libori), Loris Accica (avvocato Massimo Brazzi) e gli altri vanno a processo.