L’aria di crisi nel Pd umbro si misura anche dal fatto che ben cento circoli sono stati chiusi per inattività. Esattamente la metà di quanti ne esistono in Umbria. È lo stesso commissario regionale, Walter Verini, ad invitare segretari, commissari o reggenti «a fare una verifica puntuale sullo stato effettivo delle strutture in vista del prossimo congresso». In una lettera di due cartelle, infatti, Verini fa il punto, detta le scadenze e invita ad avviare «il tesseramento del 2019» a 25 giorni dalla fine dell’anno.
Come riferisce la Nazione Umbria, siamo davvero in presenza di un quadro niente affatto confortante per il Pd umbro, che prova a rimboccarsi le maniche e ripartire in base a un calendario preciso. «Bisogna dare vita da subito ad una discussione molto libera – scrive – a dibattiti aperti con tutti i nostri militanti ed elettori, sindaci e amministratori, con forze vive e vitali della sinistra e del centrosinistra, della società, con forze sociali, culturali e del volontariato per rinsaldare le ragioni profonde del ruolo del Pd in questa regione, dopo le gravissime sconfitte elettorali e politiche degli ultimi anni culminate con quella alla Regione». «Contestualmente afferma Verini biosgna riprendere il lavoro di tesseramento 2019, anche questo in modo aperto, attraverso momenti di presenza del Pd nelle piazze, nei luoghi pubblici, in un rapporto diretto con i cittadini. In questa settimana il Pd regionale provvederà a una verifica delle tessere a suo tempo consegnate, di quelle versate e di quelle da versare».
Per il comissario è poi necessario «prevedere la fine di questa campagna di adesione attorno alla metà di gennaio 2020, così da poter tenere i congressi di circolo e delle città entro i primi dieci giorni di febbraio e scadenzare la celebrazione del Congresso regionale tra Ha fine di febbraio ed i primi dieci giorni di marzo». Verini fa notare a chi chiede tempi più lunghi e dibattiti maggiormente aperti che «si debba fare uno sforzo perché le due cose possano stare insieme, prevedendo anche iniziative regionali e cittadine. Invito i segretari cittadini (o i commissari o i “reggenticoordinatori”) a fare una verifica puntuale dello stato effettivo dei nostri circoli. Su circa duecento sulla carta, neppure la metà risultano attivi. Si tratta di un problema politico, naturalmente, ma anche organizzativo: da qui conclude la necessità di procedere ad accorpamenti, sulla base delle decisioni che ogni Unione Comunale prenderà».